A scuola oca Ombretta era sempre la più lenta e le altre oche la prendevano in giro: “Povera Ombretta, non sa leggere in fretta, le piacciono gli orecchini e scambia sassi per panini, vede otto anziché tre, solo che non sa perché”.
Ombretta si rattristava, allora una sera mentre mangiava pane con l’olio, disse alla mamma: “Mammina io non ci vedo bene”. La mamma la portò dal dottor Orsini, un oculista che le disse di comprare degli occhiali ad Ombretta.
Passarono ottanta giorni, era difficile realizzare occhiali per oche!
Poi finalmente Ombretta, si presentò a scuola con gli occhiali, vedeva benissimo e le stavano anche molto bene. Vedeva le ore dell’orologio, le altre amiche oche, i dolcetti a forma di otto, tutto questo grazie ai suoi fantastici occhiali color oro.
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