Da molti anni or sono la scuola frequento
spesso criticata da chi non è contento,
ma in fondo al cuore io nutro la speranza
che finalmente riprenda l’importanza.
La scuola siamo noi, alunni e insegnanti
in cerca di un motivo che piaccia a tutti quanti,
la tanto decantata e sperata innovazione
ancora non è chiara, ma genera tensione.
Parlar di cambiamento è sempre molto dura
si resta ancora fermi, osare fa pura,
ma nelle nostre scuole abbiamo fantasia
così da trasformare gli stop in energia.
La scuola che vorrei ha tavoli e poltrone
per rilassar le menti e unire le persone,
ha un angolo cucina per pause salutari
e ha bagni tipo terme, più unici che rari.
La scuola che vorrei ha schermi interattivi
ha un orto con i frutti e campi con gli ulivi,
ha un piccolo teatro così da interpretare
i sogni e i desideri di chi vuol recitare.
Ci sono quattro verbi per la nostra scuola
Comunicare è il primo tra social e parola,
c’è poi organizzare che cura le emozioni
e tutti gli studenti qui cantano canzoni.
Creare è competenza nel plesso e anche fuori
così ci sentiremo un po’ tutti migliori,
infine c’è insegnare e inizia la magia
perché ogni esperienza si vive in armonia.
La scuola che vorrei esiste per davvero
va solo progettata per bene e per intero,
si cambia prospettiva, si guarda un po’ più in là
e grazie a menti sagge la scuola cambierà.