Articolo di :

Silvia Ferrari

Esser bambini

150 150 Silvia Ferrari

Esser bambini è una gioia infinita

tanti diritti ci riempion  la vita, 

avere un nome, una casa, gli amici

rendono tutti ogni giorno felici.

 

Ricevere cure e aver la famiglia

dove noi siamo un figlio o una figlia,

andare a scuola per imparare

che senza diritti non si può stare. 

 

Siam fortunati ad esser piccini

la Convenzione tutela i bambini,

grazie ai diritti la vita sarà 

un’esplosione di felicità ! 





La vita a Novembre

150 150 Silvia Ferrari

Un timido sole a Novembre s’affaccia

e nuovi profumi il mese abbraccia,

un lungo tappeto di foglie dorate

ricopre la terra e le brevi giornate.

 

Il lento percorso di questa stagione

regala ogni giorno  qualche emozione,

castagne fumanti e fiori autunnali

riscaldano i cuori sinceri e leali.

 

Nei campi la nebbia ben presto verrà

lasciando alla terra la curiosità,

nasconde i colori e cammina sicura

per far riposare la bella natura.

 

Novembre è prezioso ed emozionante

riserva a noi tutti un futuro brillante,

con la sua calma e la sua  lentezza

prepara una vita di grande bellezza.

La piccola castagna Ombretta

150 150 Silvia Ferrari

 

In un bosco vivevano tanti funghetti colorati, cespugli di more, foglie variopinte e alti castagni. Tutti parlavano tra di loro e ammiravano la bellezza dell’autunno ormai giunto.

Un giorno, dal grande signor Castanì cadde una piccola castagna non ancora pronta per conoscere il mondo e giunta vicino a un funghetto iniziò a piangere. “Perché piangi, chi sei? Come ti chiami?” – chiese il fungo – la piccola castagna rispose: “Mi chiamo Ombretta e sono caduta dall’albero, il signor Castanì. Ho freddo, sono piccola e non conosco nessuno. So solo che non posso più tornare nel mio riccio”.

“Da ora hai un nuovo amico, me … mi chiamo Marietto e ti presento altri amici”.

Arrivarono volando tantissime foglie colorate, verdi, gialle, marroni, arancioni rosse, viola. Ombretta era felicissima e stupita nel vedere così tante foglie volarle intorno. Una grande foglia rossa si avvicinò a Ombretta: “Caio. Sono Rossella, vuoi venire a fare un giro con me? Ti mostro il bosco in autunno”

Ombretta, un pochino timorosa rispose di sì e in un attimo si ritrovò sul dorso di Rossella. La foglia volò tra gli alberi del bosco, si spostò in un paese poi in una città dove Ombretta vide case, monumenti, nei viali alberi vestiti d’autunno, fiori colorati e tante persone di ogni età.

Poi Rossella volò vicino a una montagna, dove gli animaletti che si stavano preparando per il letargo la salutarono e le mostrarono un bosco con tanti castagni. Rossella disse alla piccola Ombretta: “Sono sicura che troverai altri amici qui”. Infatti, sugli alberi e nel sottobosco, c’erano tantissime castagne che appena videro Ombretta le si avvicinarono e la fecero sentire a casa. La piccola aveva trascorso molto tempo con le nuove amiche brunette così Rossella capì che era il momento di andare e lasciare Ombretta con la sua nuova famiglia. “Ciao piccola castagna Ombretta, sono felice per te”. Ombretta rispose: “Grazie Rossella, torna a trovarmi presto, ciao, salutami il funghetto Marietto”.

Con un sorriso Rossella volò via, felice di aver aiutato la castagna a trovare un luogo in cui vivere.

La nascita della Terra

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la nascita della Terra

 

 

Un’avventura con Goccia

150 150 Silvia Ferrari

 

Anche nel bosco è arrivato l’autunno e ieri pomeriggio, mentre passeggiavo, ho visto un piccolo coniglietto che saltava tra gli alberi. Il sole che filtrava tra i rami, illuminava il suo corpo che sembrava ricoperto di gocce di rugiada. Così ho chiamato il coniglietto Goccia. Ho osservato i suoi movimenti e ho capito che era felice perché doveva incontrare una sua amica per il pranzo: Giovanna la marmotta.

Io mi avvicinai e loro si spaventarono, poi corsero via verso il lago dove incontrarono un altro amico, Giustino lo scoiattolo.

Gli chiesero di aiutarle a trovare un nascondiglio, lui indicò alle due amiche una grotta dove cercare riparo.

Le due amiche si muovevano piano per osservare le pareti, che sembrava disegnassero dei mostri, ma in realtà erano le loro ombre. Mi avvicinai lentamente per non spaventare i due animaletti, che stavano decidendo se fermarsi in quella grotta in vista del letargo. Poi arrivò Giustino e disse loro che la grotta sarebbe stata un’ottima casa per il letargo, perché aveva anche un passaggio segreto che conduceva fuori dalla grotta, vicino alla casetta di Goccia.

Erano felicissimi e iniziarono a cantare, poi si organizzarono per preparare finalmente il pranzo. Per iniziare una buona e calda minestra con funghi e zucca, poi involtini d’autunno con noci e pere. Prepararono dei ravioli da condividere con altri amici e andarono a fare una passeggiata. Raccolsero castagne, bacche e frutti di bosco, raccolsero fiori colorati e foglie autunnali.

Infine tornarono a casa e per cena prepararono una macedonia con tutti i frutti raccolti, mangiarono le castagne, Giovanna e Giustino tornarono nella grotta a riposare.

Il mattino seguente, nel bosco era iniziato un nuovo giorno e Goccia aveva altri progetti…scoprire altri tesori dell’autunno e vivere un’altra avventura.

La scuola che vorrei

150 150 Silvia Ferrari

Da molti anni or sono la scuola frequento

spesso criticata da chi non è contento,

ma in fondo al cuore io nutro la speranza

che finalmente riprenda l’importanza.

 

La scuola siamo noi, alunni e insegnanti

in cerca di un motivo che piaccia a tutti quanti,

la tanto decantata e sperata innovazione

ancora non è chiara, ma genera tensione.

 

Parlar di cambiamento è sempre molto dura

si resta ancora fermi, osare fa pura,

ma nelle nostre scuole abbiamo fantasia

così da trasformare gli stop in energia.

 

La scuola che vorrei ha tavoli e poltrone

per rilassar le menti e unire le persone,

ha un angolo cucina per pause salutari

e ha bagni tipo terme, più unici che rari.

 

La scuola che vorrei ha schermi interattivi

ha un orto con i frutti e campi con gli ulivi,

ha un piccolo teatro così da interpretare

i sogni e i desideri di chi vuol recitare.

 

Ci sono quattro verbi per la nostra scuola

Comunicare è il primo tra social e parola,

c’è poi organizzare che cura le emozioni

e tutti gli studenti qui cantano canzoni.

 

Creare è competenza nel plesso e anche fuori

così ci sentiremo un po’ tutti migliori,

infine c’è insegnare e inizia la magia

perché ogni esperienza si vive in armonia.

 

La scuola che vorrei esiste per davvero

va solo progettata per bene e per intero,

si cambia prospettiva, si guarda un po’ più in là

e grazie a menti sagge la scuola cambierà.

Valera Color

150 150 Silvia Ferrari

 

Adulti e bambini si son divertiti

con tanti colori sui loro vestiti,

in piazza è avvenuta una vera magia

che a tutti ha donato tanta allegria.

 

Evviva la vita, evviva i colori

che hanno riempito animi e cuori,

sorrisi, emozioni e tanti dolcetti

poi balli, canzoni e buffi scherzetti.

 

Un grazie speciale a tutti i presenti

che han rincasato dipinti e contenti,

Valera Color che felicità

per sempre il ricordo a noi resterà!

Perché la scuola è …

150 150 Silvia Ferrari

Ti auguro mesi di intense emozioni

da vivere in classe tra alunni e lezioni,

perché la scuola è un grande giardino

che fa sbocciare ogni bimba o bambino.

 

Ci sian bei momenti di serenità

insieme alla tua professionalità,

perché la scuola è una bella occasione

che tiene unite tante persone.

 

Durante l’anno le tante giornate

siano abbellite con ali di fate,

perché la scuola con la fantasia

tutto trasformi in gioia e magia!

 

Buon anno scolastico

 

 

 

 

 

 

I fiori del sorriso

150 150 Silvia Ferrari

Amelia non aveva mai avuto molta considerazione per i fiori, mentre la sua mamma li adorava. Aveva un giardino con molti vasi di fiori colorati e aiuole con gigli, calle, tulipani, rose, viole, margherite e altre piante. In fin dei conti il nome era stato scelto perché a mamma Rosa piaceva tanto la pianta chiamata camelia, da qui appunto il nome Amelia. Lei però fin da piccola non aveva mai capito a cosa servisse passare ore e ore in quel giardino a curare erbacce colorate, forse profumate ma non tantissimo, fastidiosi e insopportabili perché attiravano farfalle e insetti. Senza contare che non era permesso giocare con la palla per non rovinare petali e foglie.  Insomma per Amelia i fiori erano proprio una seccatura e il suo malumore quotidiano derivava proprio dal fatto che detestava i fiori in giardino. Avevano il potere di toglierle il sorriso e pur di non vederli, sceglieva qualsiasi altra attività in casa sua o dalla nonna, che il giardino non ce l’aveva. “Amelia vuoi aiutarmi con i fiori” – le diceva a volte la mamma – ma lei trovava mille scuse per allontanarsi. Rosa aveva capito questo distacco e cercava sempre di dedicare tempo al giardino quando Amelia era a scuola, ma le sarebbe piaciuto condividere questa passione con la figlia. Pensava che i fiori avrebbero potuto aiutarla a sorridere di nuovo, da piccola lo faceva spesso, poi era diventata sempre più triste, sola, senza amici e nonostante i tentativi della mamma di creare occasioni d’ incontro con i suoi compagni di scuola, lei diceva che stava benissimo da sola e non aveva bisogno di amici.

Una sera però, la tristezza impediva ad Amelia di dormire, così andò in cucina a bere un bicchiere d’acqua, poi decise di uscire in giardino per una breve passeggiata e guardare le stelle. Per fortuna non doveva vedere tutti quei fiori colorati, era sola con la notte, con il cielo stupendo e silenzioso. maggiori informazioni

Fiori in prima

150 150 Silvia Ferrari

Siamo in prima, siam piccini

siamo tanti fiorellini,

con i petali a  colori

con i semi come cuori.

 

Tutti insieme impareremo

e poi ci divertiremo,

nelle classi e in ogni ambiente

noi non scorderemo niente.

 

Forza allora tutti in prima

con i fiori e qualche rima,

un bel prato formeremo

e felici poi saremo!