Silviastrocche - Silvia Ferrari

Autrice / Educatrice

Educazione civica

150 150 Silvia Ferrari

C’è una parola molto importante
per tutti quanti è strabiliante:
EDUCAZIONE che poi vuol dire
portar rispetto e saper capire.

La gentilezza verso la gente
ed il rispetto per l’AMBIENTE,
se in modo civile noi agiremo
sempre felici insieme saremo.

Ad aiutarci tanti STRUMENTI
smartphone, computer son divertenti,
a casa e a scuola la tecnologia
tutto trasforma con allegria!

Aggettivi qualificativi 1

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Frasi con gli aggettivi:

1) Io ho tre bracciali. (agg. Numerale).

2) Questa bottiglia di acqua è mia. (agg. Dimostrativo – agg. Possessivo).

3) Tu sei più veloce di me (agg. Qualificativo, comparativo di maggioranza).

4) Io sono più grande di te (agg. Qualificativo, comparativo di maggioranza).

5) Quando compi gli anni? (agg. Interrogativo)

6) Io ho un gatto extra grande (agg. Qualificativo, superlativo assoluto)

7) Io ho quattro cagnolini più piccoli dei tuoi (agg. Numerale – agg. Qualificativo comparativo di minoranza – agg. Possessivo)

8) Tua sorella è molto carina ( agg. Possessivo – agg. Qualificativo)

9) Alcuni pesci sono grandissimi (agg. Indefinito – agg. Qualificativo di grado superlativo assoluto)

10) Questo albero è il più grande della città. (agg. Dimostrativo – agg. Superlativo relativo)

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 FORMA ATTIVA:   

IL SOGGETTO COMPIE L’AZIONE ( Il gatto mangia la mela –  il gatto SOGG / mangia = PV / la mela = c oggetto)

 

FORMA PASSIVA:

 L’AZIONE VIENE SUBITA DAL SOGGETTO ( La mela è mangiata dal gatto – la mela = SOGG / è mangiata = PV / dal gatto= compl. d’agente)

 

FORMA RIFLESSIVA:

L’AZIONE CADE SUL SOGGETTO CHE LA COMPIE – nella frase ci sono le particelle pronominali:
MI – TI – CI – VI

 

 

Facile e bello parlar di pace

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Facile e bello parlar di pace

è una parola che a tutti piace,

quando c’è pace noi siamo felici

nel mondo intero restiamo amici.

 

A volte la pace viene a mancare

qualcuno la guerra vuol dichiarare,

tra bombe e fucili nasce l’orrore

e niente ha più lo stesso colore.

 

La pace di bianco e azzurro vestita

cammina per mano e dolce è la vita,

la guerra ha un grigio e nero mantello

nasconde il mondo e tutto il suo bello.

 

Oggi la pace insieme cerchiamo

in un sorriso o un gesto che amiamo,

gridiamo a tutti niente più guerra

viva la pace in tutta la terra!

 

 

Ciao Marzo!

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Occhi verdi, sguardo vibrante

sono un mese curioso e danzante.

Mi chiamo Marzo e a volte ho timore

che non appaia un candido fiore.

 

Ho per amico un comodo ombrello

che apro e chiudo se il tempo è bello.

La rondinella sta per tornare

ed il suo nido dovrà intrecciare.

 

Io le regalo primule e vento

semi di fiori in ogni momento.

Nuvole bianche faccio danzare

perché con tutti voglio giocare.

 

Basta un sorriso a crear l’allegria

tutto trasformo in dolce armonia,

io sono Marzo e  spero ogni giorno

che sia felice chi mi sta intorno!

Ci sia pace, non la guerra!

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Ho lasciato il mondo fuori dal portone

regalando a tutti i bimbi un’occasione,

Carnevale è entrato aprendo mille porte

tra il pensiero della guerra così forte.

 

Le preghiere che si intrecciano a canzoni

ora destano tra i bimbi le emozioni,

se vogliamo vita e gioia sulla terra

ci sia pace in questo mondo, non la guerra!

Una sorpresa speciale per Carnevale

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Due amici, Marinella e Gioacchino, in occasione del Carnevale organizzarono uno spettacolo  al teatro “Luna” con canti e balli per far divertire tutti i presenti. Erano travestiti, con maschere, abiti unici e colorati.

Che bello vedere chi si muoveva in modo buffo, chi saltava, chi faceva i movimenti degli animali. Poi smorfie con il viso, canti divertenti e sorrisi luminosi.

Al termine dello spettacolo, tra gli applausi del pubblico, Gioacchino  andò a spegnere tutte le luci del teatro senza farsi vedere da nessuno. Per un attimo salì la tensione. “Che succede?” – chiesero in molti. Ma nel momento in cui le luci si riaccesero, il palco era vuoto. Marinella spiegò che Gioacchino avrebbe dovuto portare un cestino con una sorpresa colorata, ma era accaduto qualcosa. Così, andò a controllare dietro le quinte e trovò Gioacchino con il cestino vuoto che piangeva. “Cosa è successo?” – chiese Marinella. L’amico le rispose che alcuni ragazzini lo avevano spinto a terra e avevano rubato il contenuto del cestino, coriandoli e stelle  filanti,  per andare a divertirsi. Ma ora in teatro niente divertimento, perciò ci voleva una buona idea.

Marinella vide tanti fogli colorati su un tavolino in un angolo, così iniziò a ritagliare delle strisce e dei cerchi. “Ecco qui, coriandoli e stelle filanti realizzati per l’occasione!”

All’annuncio del ritrovamento di Gioacchino, il pubblico in sala attese l’arrivo dei due amici sul palco e tutti ammirarono un’esplosione di stelle filanti e coriandoli. Colori scintillanti avvolsero  i  presenti in teatro.

Che bella sorpresa di Carnevale!

Marinella e Gioacchino poi, proposero di continuare la festa  al ristorante “Salsa piccante” per festeggiare quella magica serata di allegria.

Occuparono tutti i tavoli e all’improvviso, si presentarono i ragazzi che avevano spinto Gioacchino. Avevano il cesto di coriandoli e stelle filanti. “Ci dispiace molto, puoi perdonarci? “. Gioacchino e Marinella si guardarono ed entrambi sorrisero, accolsero i ragazzi alla festa  e scelsero dal menù la pizza “Arlecchino divertente” che era stata inventata proprio per l’occasione.

Era farcita con moltissimi ingredienti e ognuno avrebbe potuto aggiungerne altri. Come dolce gustarono chiacchiere e frittelle, accompagnate da bibite fresche. La serata proseguì con canti, balli e poesie di Carnevale.

La sorpresa di Carnevale era stata strepitosa per grandi e piccini, i ragazzi dispettosi avevano capito il loro sbaglio e avevano rimediato, unendosi alla festa e alla magia!
Il  Carnevale aveva donato allegria a tutti trasformando quella serata nel momento più divertente dell’anno.

 

Per fare una festa

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Per fare una festa di Carnevale

ci vuole un inizio ed un ………….

Per fare una festa ci vuole allegria

e un grande sorriso ……………….

 

Per fare una festa con balli e ………….

ci vogliono ………… e tante emozioni.

Per fare una festa con travestimenti

ci vogliono ………………………………..

 

Per fare una festa che sia divertente

ci vuole ……………….……………………

Per fare una festa ci voglion ………

e mangeremo  …………………………

 

Per fare una festa ci vuole allegria

ed ogni maschera …………………..

per fare una festa di Carnevale

……………………………………………

 


 

Oggi non riesco proprio a completare la poesia, mi serve il tuo aiuto.

Completa con le parole in rima baciata, osserva il testo, un verso si ripete sempre. Qual è?

Come si chiama la figura retorica usata in questa poesia?

Buon lavoro e buon divertimento!

Non è diversità, è vitalità

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Impara in fretta questa poesia

è un messaggio di vera energia,

potrai trovare la felicità

nell’apprezzar le diversità.

 

In ogni vita qualcosa è diverso

chi per un senso o per altro verso,

ciò che dobbiamo però ricordare

è rispettare e saper apprezzare.

 

Porta ricchezza la diversità

riempie gli sguardi di vitalità,

riempie la vita di grandi valori

e i nostri cuori di mille tesori!

La Merla 2.0

150 150 Silvia Ferrari
  • Al centro di un parco, c’era un grande albero arancione. Era bellissimo anche se ormai spoglio perché era inverno, i suoi rami erano robusti e rivolti verso il cielo. Sembrava volessero raggiungere le nuvole.

 

  • Viveva su quell’albero una famiglia di merli bianchi. I piccoli nel nido avevano molto freddo, la neve e la pioggia cadevano ogni giorno. Era il 29 di gennaio e mamma Merla sperava che uscisse il sole a sciogliere tutto il ghiaccio.

 

  • “Mamma ho fame” disse il piccolo merlo. Allora il papà decise di volare in cerca di cibo. Ma la neve lo rallentava, così  tornò al nido senza nulla da mangiare quando ormai era buio.

 

  • I merli si strinsero tutti vicini in quella gelida notte e il mattino, papà merlo propose alla mamma di cercare un riparo più caldo mentre lui sarebbe volato lontano in cerca di cibo e sarebbe tornato entro tre giorni. La Merla e i piccoli volarono nonostante la neve  e si fermarono sul davanzale della finestra di una scuola.
  • Appena i bambini e la maestra videro i merli bianchi, li fecero entrare e prepararono in un angolino un soffice nido con cartoncino, paglia e stoffa. Era il 30 di gennaio e nevicava tantissimo, i merli restarono al riparo nella classe di quei bimbi che erano stati tanto generosi.

 

  • Durante la notte, i merli più piccoli si erano svegliati e volando avevano fatto cadere alcuni bicchieri, qualcosa si era rovesciato nel nido ma per fortuna nessuno si era ferito. Il mattino seguente, il 31 gennaio, la mamma si svegliò e notò qualcosa di strano. Uno, due, tre, quattro merli neri, tutti neri. Cosa era accaduto?

 

  • Tutti i merli, compresa la mamma erano neri, nel nido, c’erano dei bicchieri vuoti, sporchi anch’essi di nero, gli stessi che i merli avevano fatto cadere con il loro volo durante la notte. Arrivarono in classe la maestra e i bambini e videro tutti gli uccellini neri. “Oh, ma guarda!” – esclamò una bimba – “Sono caduti i bicchieri di tempera nera proprio nel nido dei merli, ora sono tutti neri e non più bianchi!”.

 

  • Mamma Merla era preoccupata perché pensava che il papà non li avrebbe riconosciuti. La maestra ebbe un’idea, propose ai bimbi di ritrarre  quei bellissimi merli neri, per creare una vera e propria mostra  che tutti avrebbero potuto ammirare.

 

  • Aveva smesso di nevicare, un tiepido sole scaldava i vetri delle finestre, i merli attendevano il ritorno del papà. Finalmente lo videro arrivare. “Siete voi piccolini, e c’è anche la mamma!” Papà merlo li aveva riconosciuti anche se erano neri, si strinsero in un abbraccio e anche le sue piume si colorarono di nero.

 

  • I merli salutarono i bambini e la maestra, volarono di nuovo al loro nido con paglia e stoffa che erano stati donati da quella classe di bimbi generosi.

 

  • In primavera, nacque un nuovo piccolo merlo e le sue piume erano nere! Tutti gli uccellini volarono vicino all’albero arancione per dare il benvenuto al nuovo arrivato e la Merla disse: “D’ora in poi i merli saranno neri e ricorderanno a tutti la generosità, la condivisione e l’aiuto!”