Silviastrocche - Silvia Ferrari

Autrice / Educatrice

Il pettirosso di Natale

150 150 Silvia Ferrari

Neve, neve, neve. Un manto bianco ricopriva le case, il bosco, gli alberi e regnava il silenzio in città. Volava solo un timido pettirosso in cerca di cibo. Era quasi Natale e al piccolo piaceva fermarsi vicino alle finestre delle case per ammirare gli addobbi, le luci e i nastri dorati scintillanti. Un giorno, il pettirosso si ritrovò a volare nel mezzo di una battaglia di palle di neve tra alcuni bambini che vedendo l’uccellino, decisero di prenderlo come bersaglio. Il piccolo, venne colpito e precipitò a terra. In pochi secondi la sua vita era cambiata, ora era in pericolo e senza speranza.

All’improvviso, sentì un calore piacevole che lo avvolgeva, riuscì ad aprire gli occhietti e vide il sorriso di una bimba che gli disse: “Tranquillo piccolino, ora sei al sicuro, ti porterò a casa mia”. Natalia e la sua mamma, prepararono un morbido nido per il pettirosso ferito, lo ricoprirono di cure ed attenzioni, lo nutrirono e giorno dopo giorno videro che il piccolo si stava riprendendo.

“Eccoti, dormiglione” – disse Natalia – “Hai dormito tantissimo oggi, come ti senti? Appena starai meglio potrai tornare a volare, ma promettimi che tornerai a trovarmi!” Detto fatto, quando riuscì a volare, il pettirosso uscì dalla finestra per raggiungere altri uccellini e ogni giorno tornava a salutare Natalia e la sua mamma.

Un giorno, si appoggiò come sempre al davanzale della cucina della casa di Natalia ma non vide nessuno, a quell’ora di solito la sua mamma stava preparando il pranzo e riservava semi e chicchi per lui. Volò allora intorno alla casa e sentì la voce di Natalia chiamare: “Aiuto, qualcuno mi aiuti!”. Dalla finestra del salotto vide la mamma di Natalia a terra e non riusciva a rialzarsi. Il piccolo pettirosso bussò con il becco alla finestra e Natalia aprì dicendo: “Aiutami piccolino, la mamma è inciampata e si è fatta male al piede!” Il pettirosso volò nel giardino in cui stavano giocando quei ragazzi che l’avevano colpito. Cercò di attirare la loro attenzione facendosi colpire con la neve, poi uno di loro, disse agli altri: “Secondo me vuole che lo seguiamo, è come se ci stesse chiamando”.

Tutti allora seguirono il pettirosso e arrivati a casa di Natalia capirono: era una richiesta di aiuto. I ragazzi videro la mamma di Natalia, la aiutarono a rialzarsi, presero il ghiaccio da appoggiare al piede, la coprirono e le prepararono una bevanda calda. Dopo alcuni minuti si era ripresa, Natalia ringraziò i ragazzi che avevano capito il valore di aiutare chi ha bisogno. Poi decise di tenere con lei il pettirosso che per alcuni giorni si comportò come un vero e proprio aiutante. Ma il 24 dicembre, vedendo altri pettirossi che volavano felici, si avvicinò a Natalia e si posò sul suo petto. Era un saluto, un tenero segnale di affetto e gratitudine. La bimba disse: “Vai piccolino, non ti tratterrò, vola con i tuoi amici ma torna a trovarmi ogni tanto. Sei stato così prezioso per noi, perché con la tua semplicità hai saputo aiutare e dare esempio a quei ragazzi, che hanno imparato a comportarsi meglio! Sei per me un bellissimo regalo di Natale!” Il pettirosso volò con gli altri uccellini, Natalia sapeva che il suo nuovo amico sarebbe tornato a salutarla per tutto l’inverno.

Il piccolo pettirosso aveva ricevuto cure, affetto e aveva ricambiato con le stesse attenzioni, riuscendo a contagiare gli altri del suo spirito di generosità. Spesso un piccolo gesto, può cambiare in meglio la giornata o la vita di chi ci sta intorno, basta solo farsi trasportare dall’amore e dalla bontà. La magia del Natale è proprio questa: riscoprire quel che ognuno ha in fondo al cuore, imparare a condividere emozioni, buone intenzioni e bellezza ogni giorno dell’anno.

 

Ritorna il Natale

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Come ogni anno ritorna il Natale

ed una grande emozione mi assale,

sono felice perché l’atmosfera

rende la gente più saggia e più vera.

 

Natale arriva con una magia

tutto si illumina lungo ogni via,

poi dentro i cuori rinasce l’amore

così  il futuro sarà migliore.

 

Ciò che mi piace sempre a Natale

è ricordare quel che più vale:

salute, famiglia, scuola ed amici,

casa,  lavoro e viver  felici.

 

Auguro a tutti un Natale di gioia

con canti, sorrisi e senza più noia,

affetto, dolcezza e tanta bontà,

pace e abbondanza di serenità!

La magia di Santa Lucia: educare alle tradizioni

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In alcune zone d’Italia si festeggia Santa Lucia e anche a Sant’Angelo Lodigiano, domenica 12 dicembre è stato ricreato un villaggio dedicato alla Santa, grazie all’impeccabile organizzazione di Fiesta Brava. Casetta di Santa Lucia, alberi di Natale in legno con decorazioni realizzate dai bambini delle scuole negli anni scorsi, personaggi dei film d’animazione, Elfa Rimastrella, gli asinelli, hanno reso suggestiva la giornata. Babbo Natale, si aggirava nel villaggio per controllare che tutto fosse in ordine e i suoi elfi ballerini, hanno saputo coinvolgere i bambini presenti con balli di gruppo e giro in calesse.

Ho avuto il piacere di partecipare a tutto questo per proporre ai bimbi un gioco natalizio grazie al quale hanno potuto conoscere i personaggi protagonisti dei miei libri e delle mie storie raccolte sul sito (www.silviastrocche.it). Parlando con i bambini, ho potuto constatare quanta passione e quanta speranza ci fosse nell’ attendere Santa Lucia. I genitori poi, mostravano interesse per le caratteristiche dei miei personaggi, natalizi e non, ripetendo ai bambini quanto fosse bello e importante essere curiosi, sperimentare, immaginare, inventare, immedesimarsi nei racconti e naturalmente leggere.

Ogni storia infatti, racchiude quel pizzico di magia che  rende la vita di tutti, grandi e piccini una vera festa, una bellezza unica e irripetibile. I racconti riescono proprio a creare quell’atmosfera che serve a rendere ogni momento spendibile, unico e ricco di valore.

Insieme al villaggio, abbiamo contribuito a sprigionare il bello intorno a noi, entrando nel vivo del Natale, quello dentro di noi, che parte in questo periodo ma che si manifesta tutto l’anno nei nostri comportamenti e nella nostra quotidianità.  Una vera riscoperta di emozioni e tradizioni più vive che mai grazie all’impegno, all’azione educativa e alla creatività di tutti.

 

La neve

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Ecco la neve che è giunta a coprire

ciò che traspare del quieto avvenire,

porta silenzio nell’anima mia

e ascolto la dolce sua melodia.

 

Ecco la neve, è qui a ricordare

d’ ognuno il valore e ciò che sa fare,

sotto il suo manto disegna emozioni

che serviranno in altre stagioni.

 

Ecco la neve che come d’incanto

dona sorrisi e cancella il pianto,

così nella vita se  il freddo ci assale

come la neve si scioglie e scompare!

 

Cos’è il Natale

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Ho chiesto ai bambini che cos’è il Natale

a turno han risposto quel che più vale:

“Avere una casa, famiglia ed amici,

sentirsi ogni giorno tanto felici”.

 

Han poi continuato cantando canzoni

che han suscitato grandi emozioni,

per celebrare Gesù il Bambinello

che rende il mondo sempre più bello.

 

Natale riscopre in ogni momento

il saper donare con sentimento,

amare la vita in ogni sua forma

perché solo il bene tutto trasforma.

 

Che questo Natale porti nel cuore

vita, speranza, gioia e amore,

così tutti insieme potremo augurare

giorni felici  che faccian  sognare!

 

 

 

 

 

 

La primula di cioccolato

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Nel bosco più profumato del mondo, sulle montagne più belle del mondo, vivono felici molti fiori  che come ogni anno in primavera si danno appuntamento per rifiorire. Anche quell’anno, i primi fiori a lasciare traccia dei loro colori furono le primule.

La rossa Cleopatra  mosse le sue foglie per sgranchirsi un po’. La bianca Nivea si strizzò gli occhi per guardarsi  intorno e controllare che  tutto fosse al solito posto.

La gialla Teodorina timidamente si schiuse, portando con sé il ricordo di lunghi pomeriggi trascorsi a dormire e sognare.

La viola Elena si posizionò al centro del cerchio.  Matilde si presentò con sette starnuti dovuti alla sua terribile allergia alle querce.

A completare il girotondo di primule arrivò anche Aurora, quella arancione che  aveva  chiacchierato un po’ troppo con lo scoiattolo Fru Fru e per questo si presentò  in ritardo suscitando agitazione e scalpore tra le altre amiche già  pronte a farsi baciare dai primi raggi del sole di quella splendida giornata.

“ Oh, finalmente ora siamo al completo “ – disse Elena –  “d’ora in poi si fermeranno tutti ad ammirare la nostra bellezza  e sarebbe opportuno comportarsi bene, con garbo”.

In modo educato e composto, tutte le primule salutarono  gli animali che passavano avendo cura di non muovere troppo i petali per non sciuparli.

La sera si addormentarono presto all’ombra del grande faggio e dormirono tutta la notte.

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Dicembre arriva

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Dicembre arriva con rosso mantello

neri stivali e guanti pesanti,

porta l’inverno e apre un ombrello

per dare riparo a tutti quanti.

 

Dicembre arriva e grande è l’attesa

tra i più piccini c’è curiosità,

il venticinque a grande sorpresa

dona a ogni cuore una novità.

 

Dicembre arriva e l’anno scompare

è tempo di festa e di cambiamento

ognuno pensa che potrà fare

sempre  meglio in ogni momento.

 

Dicembre arriva e dona allegria

gioia, rispetto, affetto e bontà,

porta nel mondo la sua magia

e ognuno nel cuore  felice sarà.

 

 

 

 

Regali a novembre

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Tanti colori d’autunno inoltrato

ecco novembre che ha riportato

l’aria più fresca e foglie danzanti

funghi e  castagne ormai  scoppiettanti.

 

Case scaldate con stufe e camini

abiti caldi per grandi e piccini,

frutta e verdura che in questa stagione

fan dei sapori una vera emozione.

 

Il vento accarezza la bella natura

che si addormenta senza premura,

giunge novembre  in paesi e città

portando a tutti  più novità.

 

Le sue giornate han dolci pensieri

volti  al futuro e alla vita di ieri

ma lui regala  il tempo presente

così a nessuno mancherà  niente!

 

Novembre  sembra poco importante

ma è misterioso e affascinante,

con leggerezza e nuovi sapori

riempie di gioia tutti i cuori!

 

 

 

 

 

Parlar di gentilezza

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Che cos’è la gentilezza

Da sempre la gentilezza deriva da insegnamenti ed esempi generativi di persone familiari che ponevano al primo posto l’arte della relazione personale, utile ad intrecciare rapporti di tipo commerciale e sociale. Se provassimo a chiedere alle persone di definire la gentilezza avremmo tante interpretazioni con un nome comune : comportamento rispettoso.

“La gentilezza, è la delizia più grande dell’umanità” (Marco Aurelio). Se chiedessimo ai bambini di parlare di gentilezza, loro porterebbero esempi pratici come dire grazie, essere educati, rispettare chi abbiamo di fronte. Con infinita semplicità delle loro parole,  saprebbero infatti spiegare la gentilezza: un modo di comportarsi che rende felici tutti.

La gentilezza nel tempo

Con il Cristianesimo la gentilezza divenne un esempio caritatevole, un atto d’amore verso il prossimo, un modo di vivere.

Nel tempo altri filosofi hanno scritto e parlato di gentilezza, definendola un comportamento che potesse giovare non solo a se stessi ma anche agli altri. Essere gentili significava offrire all’umanità un’occasione di confronto, di apertura, di dialogo., il rispetto e l’educazione che si manifestavano in ogni occasione hanno caratterizzato i periodi più travolgenti della società di un tempo, dall’umanesimo al rinascimento.

Nel 1205 San Francesco d’Assisi grazie alla sua conversione, contagiò molte persone con il suo desiderio di aiutare e amare il prossimo, con parole e opere gentili, divenute poi quotidianità e azione caritatevole.

Il periodo dell’Umanesimo vide protagonista la gentilezza nell’ambito educativo e sociale con la finalità di consolidare lo spirito e l’animo delle persone e infondere sicurezza.

Il filosofo David Hume nel 1741 pose l’attenzione a quanto fosse necessario elevare la pratica della generosità e della gentilezza, dote innata nelle persone a suo parere capace di donare benessere.

 

La gentilezza oggi

Oggi la parola gentilezza sembra poco importante, eppure il 13 novembre ogni anno si ricorda la giornata della gentilezza durante la quale si alimentano e si mettono in pratica buone azioni che dovrebbero poi divenire consuetudine. L’idea di istituire questa giornata è nata in Giappone e nel 2000 è stata resa nota anche in Italia grazie ad un movimento che ha sede a Parma.

In molte occasioni abbiamo sperato che la gentilezza potesse divulgarsi più di altre mode anche nella nostra società così cambiata, in movimento continuo. Sempre più spesso assistiamo a comportamenti motivati da egoismo e presunzione piuttosto che generosità e aiuto verso chi ha bisogno.

La gentilezza a scuola e a casa

Ancora una volta i bambini offrono un contributo interessante perché nelle scuole e nelle famiglie con le loro azioni talvolta spontanee, talvolta guidate da saggi genitori e insegnanti, sanno far rinascere la gentilezza nella sua forma più pura e più maestosa. L’azione educativa che suggerisce comportamenti gentili infatti, mortifica e pone in ombra usi inadeguati ad un contesto sociale in formazione costante. La famiglia in quanto agenzia educativa per eccellenza, è la prima a dare l’esempio di comportamenti dignitosi, lodevoli e gentili, caratteristici di ogni soggetto attivo in una società. La scuola poi, valorizza il compito formativo, per garantire ai bambini continuità, coerenza, veridicità e infinita bellezza.

Il bello della gentilezza infatti, è che non si perde e non si consuma, anzi, se alimentata con perseveranza e manifestata in continuazione, si diffonde, si rigenera, facilitando l’emergere di personalità limpide, sincere e decise. La forza della gentilezza sta proprio nell’essenza stessa del termine: nobiltà d’animo acquisita con l’esercizio della virtù; atto, espressione, modi gentili, proprio come scrisse il poeta Giudo Guinizzelli nell’opera “ Al cor gentil rempaira sempre amore” (XIII secolo).

In occasione della giornata della gentilezza, azioni, poesie o  racconti narrati possono aiutare a diffondere questo nobile sentimento, nella speranza che possa emergere senza timore alcuno, ma con la certezza di compiere un passo verso la crescita dell’intera umanità.

 

Bibliografia:

Ferrari S, poesia “La gentilezza”, 2020

Guinizzelli, “Al cor gentil rempaira sempre amore” XIII secolo

Stilton. G, “Il piccolo libro della gentilezza” Piemme, 2020

 

Sitografia:

https://www.officinafilosofica.it/blog/gentilezza/

https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_d%27Assisi

https://it.wikipedia.org/wiki/Cantico_delle_creature

https://www.silviastrocche.it/la-gentilezza/

 

I crisantemi nel bosco

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Un pomeriggio d’autunno, lo scoiattolo Cesare saltellava per il bosco vicino ad un albero molto alto colmo di noci. Cercava la più bella da regalare alla marmotta Carlotta sua amica da sempre che quel giorno festeggiava il compleanno. Tra le foglie cadute vicino all’albero, Cesare notò una noce enorme e bellissima, così si avvicinò per raccoglierla, ma quando posò le sue zampine per afferrarla sentì gridare: “Ehi, piano, mi hai fatto male! Questa noce è mia, l’ho vista prima io” Lo scoiattolo Cesare, chiese scusa a quell’animaletto che si era nascosto sotto le foglie e non voleva farsi vedere. “Chi sei?” – chiese Cesare “Fatti vedere!” – continuò. Pian piano un timido serpente mostrò la testina e uscì dal mucchietto di foglie, facendo notare con arroganza la sua coda che avvolgeva la noce. “Cercavi questa?” – disse il serpente prendendosi gioco dello scoiattolo. Poi aggiunse canticchiando: “Mi chiamo Ludovico, non sono un tuo amico, mi tengo questa noce e scappo via veloce…”

Cesare restò immobile, deluso e triste per non essere riuscito a fermare il serpente Ludovico e convincerlo a donargli la noce. Pensò che quell’animale strisciante, non si era comportato bene, tra animaletti di solito ci sia aiuta, ma lui, il serpente, era compiaciuto per aver lasciato in difficoltà lo scoiattolo. Cesare allora continuò a cercare e trovò un bellissimo fiore arancione, con pochi petali che sprigionavano profumo.  Decise di dividere a metà ogni petalo per rendere il fiore più grande. Corse dalla sua amica Carlotta che era felicissima per quel regalo colorato e profumato.

Nel mezzo della festa però, udirono una voce: “Aiuto, aiutatemi! Aiuto!”. Tutti gli invitati si erano spostati nella direzione di quel lamento guidati da  Carlotta e  Cesare, che riconobbe il serpente Ludovico. Era lui che chiedeva aiuto, era rimasto impigliato in una trappola posta dai cacciatori e la sua coda si era spezzata. Tutti gli animaletti lo aiutarono a liberarsi e Ludovico non aveva ringraziato nessuno. Si era subito allontanato ma da lontano osservava dispiaciuto per non essere rimasto con gli animali del bosco.

 Ludovico non riusciva mai ad essere gentile con gli animali, apprezzava il loro aiuto anche se non riusciva a sorridere o ringraziare, ma pian piano qualcosa in lui stava cambiando, si sentiva così solo che avrebbe voluto  restare sempre con Cesare e i suoi amici.

Un mattino Ludovico decise di tornare tra gli animaletti, tutti però erano impegnati a prendersi cura del bosco, degli alberi. Vide che la marmotta aveva conservato in un vaso il fiore che le aveva regalato Cesare. Così prese alcuni petali e  li seminò in una parte del bosco in cui non c’erano alberi. Dopo alcune settimane, erano spuntati bellissimi fiori colorati e profumati mai visti prima, ancora più belli di quel primo fiore arancione. Il serpente chiamò gli altri animali del bosco, era molto cambiato e aveva mostrato con gioia il fantastico giardino. Come per magia tutti erano più felici e Ludovico aveva capito l’importanza di avere amici, di essere grato perché circondato da affetto e generosità.

Il serpente seminava quei fiori  che vennero chiamati crisantemi e si prendeva cura del giardino che aveva creato.

I fiori diventarono sempre più colorati, con diverse forme e profumati. Presto alcune persone scoprirono il giardino di crisantemi e decisero di raccoglierne alcuni per portarli  nei cimiteri per ricordare i cari scomparsi.

Da allora i crisantemi impreziosiscono i luoghi di preghiera nel periodo della commemorazione dei defunti, con colori e profumi che esaltano la loro bellezza e ricordano chi non c’è più  con affetto e infinita tenerezza.