Silviastrocche - Silvia Ferrari

Autrice / Educatrice

Un dono prezioso

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C’è una goccia piccolina

tutta rossa, che carina,

la paura ha superato

e coraggio ha dimostrato.

 

Con le amiche si è riunita

per salvare un’altra vita

ha scoperto che donare

vuole dir sempre aiutare.

 

Con un dono assai prezioso

ogni giorno è favoloso

AVIS dona con il cuore

così scorre tanto amore.

 

 

 

La storia di Rossella

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C’era una volta una grande città in cui vivevano le creature e le persone più strane, in quella confusione c’era anche Rossella. Un giorno fu trasportata a chilometri di distanza da un forte vento che si era alzato su quella città. Rossella in un attimo fu catapultata in un piccolo paese dove non conosceva nessuno, era molto impaurita, non sapeva dove andare e cosa fare.

Nessuno sembrava accorgersi di lei, forse perché era piccola o forse perché nessuno aveva mai visto qualcosa con le sue caratteristiche: Rossella era una piccola goccia di sangue, tutta rossa, con l’espressione spesso triste e le si leggeva in volto la paura di stare vicino agli altri. Una sera però iniziò a piovere e Rossella trovò riparo vicino ad una casa con una grande insegna blu luminosa che non aveva mai visto: la scritta era AVIS.

La piccola gocciolina si affacciò a sbirciare cosa stesse accadendo all’interno e quel luogo e con grande sorpresa riuscì a riconoscere altre goccioline come lei ma aveva troppa paura per farsi vedere, così restò in disparte. Finalmente una goccia un pochino più grande si accorse della sua presenza e la invito ad entrare. Tutti la guardarono molto sorpresi perché Rossella era molto sciupata, il vestito e le scarpe erano tutte bagnate e la sua espressione era davvero triste. Allora quella grande goccia che si chiamava Rosetta la invitò a sedersi, le diede un vestito asciutto e le chiese: “Quanti anni hai? Che cosa ti è successo piccolina? Come ti chiami? Da dove arrivi? “

Rossella aveva paura persino a rispondere a tutte queste domande e scoppiò a piangere.

Allora Rosetta ricominciò con calma cercando di consolare la piccola gocciolina che raccontò la sua storia.

Viveva in una grande città dove nessuno si occupava di lei, era sempre sola e triste, non aveva una famiglia e il vento l’aveva portata lontano. Rosetta spiegò che il luogo in cui si trovava si chiamava Valera Fratta ed era un paese vicino a Lodi, dove molte persone conoscevano il significato di “DONARE”.

Le goccioline di sangue, se restavano unite avevano un compito speciale: salvare le vite degli uomini. Rossella ascoltò con attenzione il racconto e pian piano la sua paura si trasformò in coraggio tanto che volle far parte di tutte quelle goccioline di sangue che aiutano le persone a sopravvivere. Rosetta spiegò che con un gesto chiamato donazione, tutte insieme avrebbero assicurato ad una persona di vivere molto a lungo. Rossella così decise di vivere con loro e attese con ansia ed emozione il suo turno per poter essere d’aiuto. Quel giorno arrivò presto, un mattino la piccola Rossella fu chiamata per aiutare un ragazzo che aveva bisogno di una donazione e senza pensarci, con coraggio si unì ad altre goccioline e la vita di quel ragazzo fu salva.

Rossella era felice perché aveva trovato un luogo fantastico in cui vivere e si era trasformata in una goccia sorridente, aveva capito l’importanza di donare agli altri e riuscì a rendere felici altre goccioline che sconfissero la paura per lasciare il posto al coraggio e aiutare chi aveva bisogno.

La piccola Lucia

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C’era una volta una bambina di nome Lucia molto simpatica, disponibile e carina con tutti i suoi amici. Nella classe che frequentava c’erano alcune bambine gelose perché lei sapeva essere davvero generosa e gentile con tutti, aiutava sempre chi era in difficoltà e incoraggiava gli altri con i suoi grandi sorrisi.

 Un giorno Lucia, stanca di sentirsi sempre presa in giro, aveva spiegato alle bimbe gelose che il suo nome racchiudeva una storia bellissima e che sicuramente avrebbe insegnato molte cose anche a loro. Le bambine però ridevano di Lucia e le dicevano: “Tu credi di essere la più bella e la più brava? Sei solo una piccola ficcanaso e noi non crediamo nella tua bontà”.

Lucia che non si dava per vinta facilmente, aveva iniziato a raccontare una storia molto interessante, di una ragazza che si chiamava come lei e aveva vissuto in passato nella città di Siracusa. Un ricco signore avrebbe voluto sposarla ma lei era fedele al cristianesimo e così aveva rifiutato, con grande dispiacere  dei suoi genitori. Da quel momento avevano iniziato in molti a perseguitarla fino a che Lucia aveva perso i suoi meravigliosi occhi.

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Articoli e nomi

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Esercizio di grammatica creativa, per alimentare nei bambini il pensiero divergente associato alle regole grammaticali, da studiare attraverso la scrittura e la creatività.

 

Articoli e nomi

 

 

La casa delle rime

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Tabella per spiegare la rima baciata, alternata, incrociata e incatenata.

 

LA CASA DELLE RIME

 

La Gentilezza

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Venne un dì la Gentilezza

sorridendo  salutò,

le rispose la tristezza

che le lacrime asciugò.

 

Con la solita eleganza

Gentilezza incominciò

a parlare di speranza

e anche il mondo si svegliò.

 

Quanti fiori, che bellezza

la tristezza se ne andò,

e con gioia Gentilezza

per le strade camminò.

 

Portò a tutti conoscenza

e i bei modi divulgò

prima l’arte, poi la scienza

tutti quanti contagiò.

 

Fu così che con pazienza

per il mondo lei viaggiò

regalando con sapienza

il suo dono  un altro po’…

Vivere bene il presente

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“… La peste aveva tolto a tutti la facoltà dell’amore e dell’amicizia; l’amore infatti richiede un po’ di futuro e per noi non c’erano più che attimi.”

La frase del filosofo Albert Camus, nel libro “La peste” (1947) mi porta a riflettere sulla situazione che stiamo vivendo, in cui le persone sono distanti, isolate, sole. Qualcuno non riesce a pensare al futuro, così come Camus descrive i personaggi del suo libro devastati da una situazione che sembra senza speranza.  Persino i sentimenti sono dispersi nel mare dell’incertezza, fluttuanti come onde talvolta tranquille e armoniose, talvolta impetuose e tempestose. La situazione che caratterizza il nostro tempo, non deve però lasciarci senza speranza, non deve soprattutto impedirci di pensare al futuro. Il meglio c’è ed è dentro di noi, ognuno con le proprie emozioni, capacità, ognuno con il proprio carattere può aiutare l’altro a scoprire il meglio, a farlo galleggiare e nuotare fino alla riva, portato in salvo da una di quelle onde tranquille che con eleganza ed armonia affrontano il pericolo continuando a stare calme.

Proviamo ad essere così, non lasciamo che questo periodo difficile ci tolga speranza e sentimenti ma facciamoli emergere e  condividiamoli per vivere bene il nostro tempo presente. Possiamo insegnarlo ai nostri cari, ai nostri figli, agli amici, ai ragazzi, diamo l’esempio con i nostri comportamenti corretti, con il manifestare  emozioni, contagiamo tutti di speranza e di pensieri migliori che servono al presente e saranno un nuovo punto di riferimento per il nostro futuro.

Il compleanno

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Cari bambini, è il mio compleanno

niente dolcetti per voi quest’anno

poche parole che escon dal cuore

per dare a tutti voi buonumore.

 

Il compleanno è un giorno speciale

anche se a tutti sembra normale,

vola nell’aria molta allegria

perché stupenda è la compagnia.

 

Quindi coraggio, festa facciamo

e tutti insieme adesso balliamo

grazie di cuore per l’emozione

ora il finale con una canzone …

 

 

 

Partiamo da noi

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IMperfezioni PEdagogiche

è il nome della mia rubrica  che ho dedicato a momenti di riflessione per insegnanti, genitori, educatori. Volutamente le prime due lettere delle parole formano IMPE che significa: Innovazione, Motivazione, Pedagogica, Educativa.

Spesso sentiamo parlare di Innovazione e questo temine viene usato per indicare un cambiamento, un rinnovamento. Ne sentiamo parlare in  ambito tecnologico e scolastico, come modifica, miglioramento di un sistema che tenta di riformarsi adattandosi ai tempi che cambiano.   Innovazione per me, nell’aspetto educativo e pedagogico significa rivoluzione, perché i modelli che la società di oggi propone, sembrano essere lontani da ciò di cui hanno bisogno i bambini e i ragazzi. Gli adulti di età media pensano di poter usare la libertà di parola e di azione in modo similare in ogni situazione, perché è stata una conquista e si pensa di poter fare e dire ciò che si vuole. Per essere educatori e innovatori oggi occorre una rivoluzione che parte da noi, dall’interno, dall’idea che ogni parola e azione implica delle responsabilità e delle conseguenze. Continuando a far ciò che si vuole senza limite, neppure l’adulto ha più l’idea del limite stesso e di fronte ad ostacoli anche banali, cade in uno stato di abbandono perché non riesce a superarli. Già Rousseau, nel 1700, parlava di riorganizzare la società su nuove basi, per riscoprire il valore dell’individuo. Ora è giunto il momento della nostra nuova rivoluzione per ritrovare l’autorevolezza e la saggezza del ruolo quasi perduto di adulti consapevoli.

Motivazione è un termine importante che indica un atteggiamento, un comportamento volto a raggiungere un obiettivo. Per i bambini e i ragazzi, la motivazione è verso la scuola e l’apprendimento oppure verso interessi personali.  La famiglia è il primo luogo in cui la motivazione assume un significato prezioso perché orienta e incoraggia a fare del proprio meglio per dare valore alla propria individualità e personalità. A scuola, spesso la motivazione è legata al raggiungimento di obiettivi e traguardi, ma ciò che conta è il percorso prima del risultato. Avere una spinta interna ad apprendere, eseguire al meglio ed acquisire competenze, aiuta il soggetto ad agire per il piacere di imparare e di crescere in modo autonomo raggiungendo obiettivi di padronanza ( Dweck , 1978). Meglio quindi spostare l’attenzione sulle capacità e potenzialità di un soggetto per valorizzare e  far emergere le parti migliori.

La sfera Pedagogica, studia e analizza metodi e criticità relativi all’educazione. La pedagogia è una scienza umana che si colloca in un quadro interdisciplinare di saperi connessi tra loro. Il compito della pedagogia è quello di orientare l’uomo negli ambiti dell’educazione, dell’istruzione e della formazione. Inizialmente la sua connotazione era di tipo filosofico, poi nel Novecento la storia della pedagogia è stata sostituita dalla storia dell’educazione, più articolata e complessa che si occupa della conoscenza dei saperi e delle pratiche sociali.  ( F.Cambi, 2003). Parlare di riflessione pedagogica, implica quindi il coinvolgimento di altre scienze umane legate tra loro, di esperienze vissute, di istruzione formale e informale, di idee e modelli virtuosi da seguire, di insegnamenti e condivisioni, di sentimenti.

La parola Educazione deriva dal termine latino “educo” che significa allevare, nutrire, aver cura. Il luogo privilegiato dell’educazione e della cura è la famiglia, che si occupa di formare, far crescere il bambino dando forma alla sua personalità e insegnando comportamenti e atteggiamenti di gruppo adeguati alla società, alimentando i sentimenti più teneri e profondi. Le storie educative sono molte e sono state attraversate da varie epoche, in cui ci sono stati modelli rigidi e poi, negli ultimi decenni siamo passati ad un tipo di educazione quasi alla deriva, priva di fondamenta storiche. Così  i bambini e i ragazzi non si sentono ancorati a valori che possano garantire una crescita armonica, affidabile  e spendibile nel corso della vita, ma in uno stato di confusione di significati e di ruoli, che genera insicurezza.

Tutti questi termini, racchiudono naturalmente delle imperfezioni, perché nessuno è perfetto, nessun insegnante, nessun genitore e nessun alunno. L’errore è un modo per capire, per ripartire, per riflettere su come far meglio. Oggi un piccolo sbaglio viene vissuto come una tragedia, una vergogna, perché la società dell’apparire ci vuole sempre attivi in ogni prestazione, in competizione per dimostrare di saper fare sempre di più, come sostiene Han nel suo libro “La società della stanchezza” (2010) in cui vi è una profonda analisi dell’individuo che a fatica gestisce gli aspetti negativi dell’esperienza.  Meglio invece fermarci a riflettere, a capire uno sbaglio e porvi rimedio, vivere i momenti poco positivi come passaggi transitori che regaleranno momenti di felicità.  In questa prospettiva generativa,  proviamo a  ripartire ancora più motivati, con l’entusiasmo di poter essere esempi veri e concreti per le giovani menti che diventeranno i cittadini di domani, partendo dalla nostra esperienza, dalla nostra vita imperfetta ma felice. Nella mia rubrica parlerò insieme a voi di tutto questo, condivideremo emozioni e percorsi, idee e progetti per cambiare in modo creativo partendo da noi.

Le avventure di Eva e Tommy … Autunno

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Ecco ritornato dopo un anno esatto il nostro amico, il signor Autunno. Dopo essere stato nascosto per molti mesi, non a causa del Virus, ma per la turnazione delle stagioni, è tornato a trovarci. È arrivato a fine settembre, pian piano, non subito le persone si sono accorte della sua presenza, perché forse troppo impegnate a rispettare un protocollo dopo l’altro per vivere in ogni ambiente in sicurezza. Per fortuna i bambini hanno sempre quel … “di ché particolare” e riescono a pensare in modo creativo ed eccellente, fuori dalle consuete omologazioni di massa.

“Maestra, ieri ho visto le foglie colorate cadute dagli alberi, è arrivato l’Autunno” – disse Tommy a scuola. Iniziò così un confronto molto interessante con tutti i compagni e l’insegnante ascoltava e mediava gli interventi. Tommy spiegava che si era accorto del Sole, del suo lento riposare la sera e del cielo che all’ora di cena era già pronto per accogliere la notte. Poi, la sua insegnante aveva proposto di preparare un disegno che facesse risaltare i colori e le caratteristiche dell’Autunno. Tommy pensava al suo disegno come ad una grande occasione per aggiungere sapori e profumi, tipo qualche spezia, qualche pezzettino di noce o il profumo dell’arancia.

Nella classe di Eva invece, l’Autunno aveva regalato molte poesie interessanti e coinvolgenti, di poeti famosi vissuti nel passato oppure emergenti. Così si era divertita insieme ai suoi compagni a trovare figure retoriche, a capire quali tipi di rime ci fossero nelle poesie, ad illustrarle e a riscoprire emozioni e sentimenti, per far emergere quel lato profondo e sensibile che ognuno ha, ma che forse resta nascosto.

Inoltre, sia Eva che Tommy, avevano composto poesie e brevi racconti su piante e fiori autunnali, sul paesaggio che cambia e il rispetto che tutti dobbiamo avere per l’ambiente. Trattare questi argomenti così affascinanti, collegati alle poesie, è stato un modo per aprire una finestra sul mondo e vedere tutto da nuove prospettive: quelle del rispetto verso le persone, gli animali, l’ambiente, della sensibilità e della sostenibilità.

Tuti erano rimasti talmente coinvolti, che Eva e Tommy avevano deciso di organizzare sulla via in cui abitavano una “Mostra di poesie illustrate” scritte a scuola, così avrebbero potuto contagiare tutti con la bellezza e la magia di parole, colori e sapori!