Silviastrocche - Silvia Ferrari

Autrice / Educatrice

CHE COSA SONO LE “FIABOLE”

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Le “Fiabole” sono racconti con avvenimenti e personaggi fantastici, animali o esseri animati. Il componimento è abbastanza breve, la lettura è scorrevole e vi è sempre un significato educativo e formativo. Una Fiabola si crea scegliendo parole che abbiano come iniziale la stessa lettera, oggetti di uso comune, giochi o altro purché concreto.

Ho inventato le Fiabole perché mi serviva un genere tutto nuovo, per far incontrare persone comuni e oggetti animati, con o senza poteri magici. Accompagnano il bambino nella sua esperienza didattica e di vita, lo rendono parte del racconto, fino a sentirsi il vero protagonista.

L’idea di inventare un genere nuovo da dedicare all’infanzia, ma non solo, nasce per la necessità di proporre ai bimbi della scuola primaria che iniziano un percorso di apprendimento, una modalità innovativa, legata ai sentimenti come base per imparare a leggere e scrivere. Perché? Siamo circondati da strumenti tecnologici che ci consentono quasi tutto e grazie ai quali si scoprono nuove possibilità di conoscenza ed interazione.  Rimane però sempre nascosta la parte più profonda del nostro Io, che resta dentro di noi per emergere solo in caso di coinvolgimento vero, grazie a meccanismi che scaturiscono dalle relazioni tra le persone.

In base alla teoria di Lev Semenovic Vygotskij (1934), la zona di sviluppo prossimale individua la distanza tra lo sviluppo del bambino e lo sviluppo potenziale. In quest’area, grazie all’aiuto degli adulti, il bambino impara e prova a risolvere problemi di competenza elevata, fino a raggiungere la capacità di essere autonomo.

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LA LEGGENDA DELLA PRIMAVERA

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Anticamente le stagioni erano solo tre: Autunno, Inverno ed Estate. Gennaio, che era il più anziano e saggio di tutti i mesi, scandiva lo scorrere dei giorni e dei mesi dalla sua casa  in cima al monte Cervino. Ai piedi di questo monte, viveva una ragazza molto capricciosa che si lamentava spesso con Gennaio perché aveva troppo freddo, poi troppo caldo e per le piogge, per il vento gelido, per la neve e per il ghiaccio.  Si lamentava talmente tanto che Gennaio stanco di sentirla un giorno andò a farle visita. Abitava in una villa molto grande, con un giardino immenso, in cui gli alberi erano altissimi . Chiese ad un servitore: “ Scusi, qui vive la ragazza che si lamenta sempre del caldo o del freddo?”. L’uomo rispose: “Certo, è la signorina Primavera, è giovane, non ha ancora imparato a capire la vita e le stagioni”.

Ma Gennaio pretese di conoscerla per parlarle, così il servitore accompagnò il distinto signore da Primavera che come sempre a quell’ora del pomeriggio stava bevendo una cioccolata calda nel suo salottino.

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IL CUOCO MARCO CUORE

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C’era una volta un cuoco molto famoso di nome Marco Cuore che lavorava nel  ristorante  “ Acquolina”.

Cucinava antipasti, primi piatti e pizza a forma di cuore, tante cose erano a forma di cuore, i piatti, i tovaglioli e persino i cuscini sulle sedie.

Marco aveva un grande acquario con molti pesci d’acqua salata: polipi, branzini,  orate, sardine, cernie. Poi ne aveva acquistato un altro con pesci d’acqua dolce: trote, salmoni e trote salmonate.

Una sera decise di cucinare il salmone, ma quando lo prese dall’acquario gli scivolò dalle mani e nuotò per tutto il ristorante, anche se sul pavimento l’acqua non c’era.  Era tutto a soqquadro e Marco non riusciva più a trovare il salmone.

Spaventato, il povero salmone uscì dal ristorante e si ritrovò nell’acquaio di una casa con una bimba di nome Quartilla, che chiamò la mamma. Subito capì che il salmone era scappato dal ristorante di Marco Cuore, allora lo avvolse in un telo bagnato d’acqua e lo riportò al cuoco.

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SCIOGLILINGUA DI PRIMAVERA

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Un fiore di ferro

alla fiera del farro

ferma una fioraia

con un fiocco di fiori.

 

La foglia sul fuoco

infuoca le fiamme,

fonde e fila

una favola fumante.

 

Sale il sole sulla sabbia

sole sorge e  semina sale,

sale il sole sul sentiero

sorge e sale lassù il sole.

 

Cantano uccelli canterini

contano cento canti

e cento cerchi

cercano nel cielo.

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LA MERAVIGLIOSA FESTA DEL PAPÀ

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Caro papà, sei proprio speciale

sei bellissimo, sei coraggioso

e se penso a ciò che più vale

sei un tesoro nascosto e prezioso.

Ma se cerco in fondo al mio cuore

posso sentire molte emozioni

posso vedere tutto l’amore

che scrivo e canto nelle canzoni.

Sei la stella più luminosa

sei l’amico più vero e sincero

caro papà, cosa posso dire

ti voglio tanto bene davvero!

IL MAGICO INVERNO  

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Il mese che chiude tutto l’anno

regala gioia e tutti lo sanno,

ogni persona felice sarà

con pace, amore e serenità.

 

Cade la neve e con il suo manto

trasforma il mondo in magico incanto,

stelle che brillano e danzan col vento

donano a tutti un volto contento.

 

Se poi fa freddo stringiamo la mano

per dire al mondo cosa vogliamo:

in questa attesa la grande natura

porterà presto vita sicura.

 

Con dolce calma s’ha d’aspettare

quel che l’inverno è a preparare,

e se nei cuori v’è la tristezza

presto ci sia spensieratezza.

 

L’inverno colma nel corpo i vestiti

e ci fa stare tutti più uniti,

è una magia che scalda ogni cuore

e porta al mondo pace ed amore.

 

DANZA DEL CALENDARIO

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 A voi mi presento signore e signori,

Messer Calendario con dodici attori,

un anno all’insegna della fantasia

che terrà tutti in mia compagnia.

 

Gennaio i piccoli e i grandi imbacucca

regala alle Alpi una bianca parrucca,

Febbraio ha coriandoli e stelle filanti

travestimenti e frittelle fumanti.

 

Marzo cammina in punta di piedi:

c’è un timido sole che forse non vedi.

April di colori riempie le strade

profumi nuovi nelle contrade.

 

Maggio si intreccia ai canti d’uccelli

che son felici, leggeri e belli,

Giugno ti riempie di frutti un cestino

e invita amici per un pranzettino.

 

Luglio è splendente ed ha campi dorati

scrive canzoni agli innamorati,

Agosto giunge e fa riposare

chi ha lavorato ai monti o al mare.

 

Settembre dolci grappoli colora

e sveglia chi lavora o chi va a scuola,

Ottobre ha di zucca un buon risotto,

Novembre tiene i Santi nel panciotto.

 

Dicembre chiude l’anno e finalmente

ci dona una festa emozionante

che riempie tutti cuori di bontà

e porta pace, amor, serenità.

 

 

 

 

 

 

GENNAIO

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Giungo pian piano con l’anno nuovo

nel freddo inverno tra neve e ghiaccio

con grande gioia io tutti ritrovo

per raccontare quello che faccio.

 

Metto un vestito molto pesante,

sciarpa e cappello di mille colori

così mi sento proprio elegante

e porto allegria in tutti i cuori.

 

Sono contenti grandi e piccini

perché l’inverno è una magia,

mangio lasagne, dolci e spiedini

accendo il fuoco di casa mia.

 

Per qualche mese resterò a scuola

amo i bambini e la fantasia,

ma la natura che resta sola

mi chiederà di volare via …

 

Così sistemo tutti i vestiti

nella valigia per ripartire,

lasciando ore e tramonti grigi

alla stagione del rifiorire.

 

Silvia Ferrari

 

 

 

 

 

 

 

 

LA BEFANA

150 150 Silvia Ferrari

Una sera la Befana,

 stanca d’esser sempre in viaggio

prese una matita strana

e poi scrisse un bel messaggio:

“Da quest’anno, bimbi belli

niente doni porterò

starò a casa tra i fornelli

così mi riposerò”.

Il messaggio si leggeva

tra le nuvole e nel mare

ed un bimbo che piangeva

la Befana andò a chiamare.

“Che faremo questa notte

senza dolci né carbone?

Riempi le tue calze rotte

che vedremo a colazione”.

Fu così che la Befana

quella notte le cucì:

calze in raso, tulle o lana

e di dolci le riempì.

Lasciò un segno a tutto il mondo

come i doni per Gesù

con l’augurio e la promessa

di amarsi un po’ di più.

 

Silvia Ferrari

 

 

 

 

L’ ANNO VECCHIO E L’ ANNO NUOVO

150 150 Silvia Ferrari

Un giorno, l’anno vecchio stanco e dolorante, stava camminando su un sentiero che l’avrebbe condotto al ponte magico dove avrebbe aspettato la notte del 31 Dicembre per ritirarsi e lasciare la sua casa al nuovo anno.  Era il 29 Dicembre e a pochi giorni dalla sua fine, era pensieroso e preoccupato. Lungo il cammino, incontrò un giovane ben vestito, profumato e apparentemente molto gentile. Gli chiese: “Dove vai vecchio mio? Da dove vieni?”. L’anno vecchio rispose: “Sto passeggiando, vengo da una casa vicino alle Alpi e penso a tutto quel che ho fatto per gli uomini in questi mesi, mi chiamo Anvecco. E tu ragazzo, chi sei e come mai passeggi sulla riva di questo lago? Questi sono sentieri sconosciuti agli umani”.

“Mah … non mi dire, sei l’anno vecchio?” – e scoppiò in una risata fragorosa, tanto che il vecchio sussultò. Poi continuò: “Io sono Novano, l’anno che prenderà il tuo posto. Sono felice di incontrarti, ora ti dirò quel che penso di te, di come hai gestito le cose in questi lunghi mesi. Sei stato un disastro, guerre, malattie, tristezza, mancanza di lavoro e persone in difficoltà economiche, bambini senza famiglie, genitori senza il senso della responsabilità, furti, violenze, bullismo tra i ragazzi e molto altro caro Anvecco. Non mi basterebbe un altro anno intero per elencarti tutti i disastri …”. L’anno vecchio si sedette su una grossa pietra ed iniziò a raccontare a Novano: “Sai, figliolo, quando sono arrivato in questo mondo, ho trovato già tutto questo e non sapevo da che parte iniziare. maggiori informazioni