Era ormai arrivato il mese di dicembre e la piccola Lucia amava passeggiare all’ aria aperta, con sciarpa guanti e cappello per farsi accarezzare dal vento quasi invernale. Ogni pomeriggio passava a casa della nonna Anna per farsi preparare la merenda e poi si dirigeva verso il parco per sedersi sulle panchine a mangiare i biscotti magici preparati per lei e poi si dedicava a giocare con la neve, scivolare sui pattini, con la palla e con gli amici che incontrava. Lucia metteva la merenda nella tasca del cappotto, ma spesso arrivata al parco, si ritrovava poche briciole perché durante il tragitto qualcosa cadeva. maggiori informazioni
In un caldo pomeriggio
una bimba immaginò
di vedere un Bianconiglio
e con garbo lo chiamò.
Lui scappando disse: “È Tardi!”
nella tana si infilò,
ed Alice per seguirlo
cadde in fondo ancora un po’.
Vide allora un buon biscotto
così in fretta lo mangiò,
ma divenne gigantesca
e nel mare si trovò.
Giunse poi in un bel bosco
piccolissima però,
Ghignagatto le sorrise
e un sentiero le mostrò.
La piccina incuriosita
una casa lì trovò,
con la tavola imbandita
e le tazze sul comò.
Ecco lepre Marzolina
che un buon tè le preparò,
ma rimase l’acquolina
perché nulla lei mangiò.
Poi conobbe il Cappellaio
la sua storia le narrò,
così Alice ascoltò attenta
e rimase ancora un po’.
Che bellezza, quanti balli
Deliranza incominciò
e spostandosi di posto
a ballare incominciò.
Ad un tratto la Maestranza
seria e zitta lì arrivò,
il silenzio ed il rigore
in un attimo portò.
“Che succede, non capisco”
ora Alice domandò,
ed insieme al Cappellaio
Deliranza ritornò.
Ad un tratto la bambina
in un prato si trovò,
tra le rose e la regina
che ad urlare cominciò.
“È arrivata la tua ora
la tua testa taglierò”.
Ed Alice in quel momento
per fortuna si svegliò.
C’era una volta una castagna di nome Camilla che era sempre tranquilla.
Era cicciottella con l’espressione felice, allegra e due occhi grandi, simpatici divisi da un piccolo nasino.
Sulla punta aveva un grande fiocco giallo, due guance dorate e rosse brillanti.
Indossava sempre due guanti azzurri con disegni a forma di cuore e fiore, due scarpe verdi per camminare nel bosco in autunno.
Amava cucinare e un giorno decise di fare una spesa per preparare una cena per le sue amiche foglie. Comprò riso, una bella zucca, funghi, carciofi, acqua e altre bibite, mele e pere di stagione.
Tornata a casa iniziò a cuocere il risotto alla zucca, poi preparò la pizza con funghi e carciofi. Infine in un cestino di vimini sistemò le mele e le pere.
Le foglie presto arrivarono a casa di Camilla e con grande sorpresa quando aprì la porta vide un mazzo di fiori come dono per ringraziarla.
La cena era squisita, tutto buonissimo, Camilla e le foglie si erano divertite e avevano deciso di restare per un super pigiama party.
La serata fu un grande successo!
Filastrocca della palestra
l’ha inventata la maestra
per riuscire a rispettare
tutto quel che dobbiamo fare.
Filastrocca della palestra
lascia aperta la finestra
entran giochi e canzoncine
per i bimbi e le bambine.
Filastrocca della palestra
se ci andiamo è sempre festa
con un bel riscaldamento
corpo caldo in un momento.
Filastrocca della palestra
è contenta la maestra
se con tanta educazione
sarà svolta la lezione.
Filastrocca della palestra
mangia tutta la minestra
sempre in forza tu sarai
così ti divertirai.
Esser bambini è una gioia infinita
tanti diritti ci riempion la vita,
avere un nome, una casa, gli amici
rendono tutti ogni giorno felici.
Ricevere cure e aver la famiglia
dove noi siamo un figlio o una figlia,
andare a scuola per imparare
che senza diritti non si può stare.
Siam fortunati ad esser piccini
la Convenzione tutela i bambini,
grazie ai diritti la vita sarà
un’esplosione di felicità !
Un timido sole a Novembre s’affaccia
e nuovi profumi il mese abbraccia,
un lungo tappeto di foglie dorate
ricopre la terra e le brevi giornate.
Il lento percorso di questa stagione
regala ogni giorno qualche emozione,
castagne fumanti e fiori autunnali
riscaldano i cuori sinceri e leali.
Nei campi la nebbia ben presto verrà
lasciando alla terra la curiosità,
nasconde i colori e cammina sicura
per far riposare la bella natura.
Novembre è prezioso ed emozionante
riserva a noi tutti un futuro brillante,
con la sua calma e la sua lentezza
prepara una vita di grande bellezza.
In un bosco vivevano tanti funghetti colorati, cespugli di more, foglie variopinte e alti castagni. Tutti parlavano tra di loro e ammiravano la bellezza dell’autunno ormai giunto.
Un giorno, dal grande signor Castanì cadde una piccola castagna non ancora pronta per conoscere il mondo e giunta vicino a un funghetto iniziò a piangere. “Perché piangi, chi sei? Come ti chiami?” – chiese il fungo – la piccola castagna rispose: “Mi chiamo Ombretta e sono caduta dall’albero, il signor Castanì. Ho freddo, sono piccola e non conosco nessuno. So solo che non posso più tornare nel mio riccio”.
“Da ora hai un nuovo amico, me … mi chiamo Marietto e ti presento altri amici”.
Arrivarono volando tantissime foglie colorate, verdi, gialle, marroni, arancioni rosse, viola. Ombretta era felicissima e stupita nel vedere così tante foglie volarle intorno. Una grande foglia rossa si avvicinò a Ombretta: “Caio. Sono Rossella, vuoi venire a fare un giro con me? Ti mostro il bosco in autunno”
Ombretta, un pochino timorosa rispose di sì e in un attimo si ritrovò sul dorso di Rossella. La foglia volò tra gli alberi del bosco, si spostò in un paese poi in una città dove Ombretta vide case, monumenti, nei viali alberi vestiti d’autunno, fiori colorati e tante persone di ogni età.
Poi Rossella volò vicino a una montagna, dove gli animaletti che si stavano preparando per il letargo la salutarono e le mostrarono un bosco con tanti castagni. Rossella disse alla piccola Ombretta: “Sono sicura che troverai altri amici qui”. Infatti, sugli alberi e nel sottobosco, c’erano tantissime castagne che appena videro Ombretta le si avvicinarono e la fecero sentire a casa. La piccola aveva trascorso molto tempo con le nuove amiche brunette così Rossella capì che era il momento di andare e lasciare Ombretta con la sua nuova famiglia. “Ciao piccola castagna Ombretta, sono felice per te”. Ombretta rispose: “Grazie Rossella, torna a trovarmi presto, ciao, salutami il funghetto Marietto”.
Con un sorriso Rossella volò via, felice di aver aiutato la castagna a trovare un luogo in cui vivere.
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Anche nel bosco è arrivato l’autunno e ieri pomeriggio, mentre passeggiavo, ho visto un piccolo coniglietto che saltava tra gli alberi. Il sole che filtrava tra i rami, illuminava il suo corpo che sembrava ricoperto di gocce di rugiada. Così ho chiamato il coniglietto Goccia. Ho osservato i suoi movimenti e ho capito che era felice perché doveva incontrare una sua amica per il pranzo: Giovanna la marmotta.
Io mi avvicinai e loro si spaventarono, poi corsero via verso il lago dove incontrarono un altro amico, Giustino lo scoiattolo.
Gli chiesero di aiutarle a trovare un nascondiglio, lui indicò alle due amiche una grotta dove cercare riparo.
Le due amiche si muovevano piano per osservare le pareti, che sembrava disegnassero dei mostri, ma in realtà erano le loro ombre. Mi avvicinai lentamente per non spaventare i due animaletti, che stavano decidendo se fermarsi in quella grotta in vista del letargo. Poi arrivò Giustino e disse loro che la grotta sarebbe stata un’ottima casa per il letargo, perché aveva anche un passaggio segreto che conduceva fuori dalla grotta, vicino alla casetta di Goccia.
Erano felicissimi e iniziarono a cantare, poi si organizzarono per preparare finalmente il pranzo. Per iniziare una buona e calda minestra con funghi e zucca, poi involtini d’autunno con noci e pere. Prepararono dei ravioli da condividere con altri amici e andarono a fare una passeggiata. Raccolsero castagne, bacche e frutti di bosco, raccolsero fiori colorati e foglie autunnali.
Infine tornarono a casa e per cena prepararono una macedonia con tutti i frutti raccolti, mangiarono le castagne, Giovanna e Giustino tornarono nella grotta a riposare.
Il mattino seguente, nel bosco era iniziato un nuovo giorno e Goccia aveva altri progetti…scoprire altri tesori dell’autunno e vivere un’altra avventura.
Da molti anni or sono la scuola frequento
spesso criticata da chi non è contento,
ma in fondo al cuore io nutro la speranza
che finalmente riprenda l’importanza.
La scuola siamo noi, alunni e insegnanti
in cerca di un motivo che piaccia a tutti quanti,
la tanto decantata e sperata innovazione
ancora non è chiara, ma genera tensione.
Parlar di cambiamento è sempre molto dura
si resta ancora fermi, osare fa pura,
ma nelle nostre scuole abbiamo fantasia
così da trasformare gli stop in energia.
La scuola che vorrei ha tavoli e poltrone
per rilassar le menti e unire le persone,
ha un angolo cucina per pause salutari
e ha bagni tipo terme, più unici che rari.
La scuola che vorrei ha schermi interattivi
ha un orto con i frutti e campi con gli ulivi,
ha un piccolo teatro così da interpretare
i sogni e i desideri di chi vuol recitare.
Ci sono quattro verbi per la nostra scuola
Comunicare è il primo tra social e parola,
c’è poi organizzare che cura le emozioni
e tutti gli studenti qui cantano canzoni.
Creare è competenza nel plesso e anche fuori
così ci sentiremo un po’ tutti migliori,
infine c’è insegnare e inizia la magia
perché ogni esperienza si vive in armonia.
La scuola che vorrei esiste per davvero
va solo progettata per bene e per intero,
si cambia prospettiva, si guarda un po’ più in là
e grazie a menti sagge la scuola cambierà.