Silviastrocche - Silvia Ferrari

Autrice / Educatrice

Scheda didattica – Partenza

150 150 Silvia Ferrari

Scheda da scaricare  classe 1 /2

 

Partenza

Le vocali innamorate

150 150 Silvia Ferrari

Una  A di affetto e amore

rende più  felice il cuore,

poi la  E con  emozione

fa pensare a una canzone.

 

I l’impegno  per la scuola,

dove il tempo è bello e vola.

O  ci insegna l’onestà

che ogni giorno servirà.

 

U infine  come unione

tra le cose e le persone.

Le vocali innamorate

son da tutti le più amate.

 

 

 

 

Il singhiozzo giramondo

150 150 Silvia Ferrari

Un singhiozzo giramondo

occhi verdi, ciuffo biondo

ha bussato un lunedì

e voleva viver qui.

 

Non sta fermo, tutto tocca

martedì è saltato in bocca.

Mercoledì  voglio cacciarlo

ma saltella se io parlo …

 

Giovedì acqua sorseggio

e purtroppo è sempre peggio!

Venerdì  anch’io saltello

e arrivo al mio cancello.

 

Quindi sabato  ho pensato

di portarlo sul mercato,

così stanco lui sarà

e una tregua mi darà.

 

Poi  domenica alle otto

l’ho trovato sotto il letto,

il singhiozzo tondo tondo

è partito per il mondo.

 

 

Fata Marghé da colorare

150 150 Silvia Ferrari

Ciao  eccomi, sono Marghé, la fata amica dei bambini e della loro fantasia.

Mi serve il tuo aiuto per colorare il mio vestito, le farfalle tra i capelli e le ali. Forza, provaci!

Scarica il disegno il formato pdf qui sotto e colora!

fata Marghé da colorare

 

C’è  anche mago Ingos, che vuole impedire ai bimbi di sognare. Colora anche lui !

Mago Ingos

 

I disegni sono stati realizzati da Erika Intropido

La scuola è una cosa seria

150 150 Silvia Ferrari

Il ricordo più bello che ho della mia esperienza come alunna, è del  maestro Agostino che dopo i primi quattro anni di routine, è arrivato portando un modo diverso di lavorare, di vivere la scuola. Amava il teatro e aveva coinvolto la nostra classe quinta e tutta la scuola a portare in scena un racconto interpretato da noi alunni. Il maestro aveva osservato le nostre caratteristiche e potenzialità e insieme alle altre maestre aveva assegnato ad ognuno una parte, “la parte”, quella che ognuno si sentiva cucita addosso. Avevamo imparato che non importava quante battute ci fossero da recitare, ma come le avremmo recitate e soprattutto che se ognuno di noi avesse interpretato il proprio ruolo con impegno ed empatia, lo spettacolo sarebbe stato un successo.

In quell’anno ho iniziato ad amare la scuola, a pensarla non tanto come un luogo ma come una dimensione in cui vivere, un insieme di mondi reali e fantastici capaci di farmi crescere e maturare in modo libero, personalizzato ed entusiasmante.

Il mio percorso non è stato sempre facile, ho avuto difficoltà ad inserirmi in un contesto di scuola superiore in cui gli insegnanti non avevano cura dei ragazzi ma solo delle prestazioni. Ho incontrato compagni di classe lontani dall’essere amici o complici in un cammino, ho faticato a volte a far comprendere le mie ragioni, le mie idee oltre gli stereotipi.

Nonostante aspetti negativi della mia esperienza scolastica, quello che ho sempre ricordato è stato quell’ultimo anno alla scuola elementare (ora primaria), che ha tenuto un filo legato a mente e cuore tanto che ho deciso di fare l’insegnante. Sono passata dall’infanzia alla primaria, con una brevissima parentesi alla secondaria di secondo grado per poi continuare alla scuola primaria. Ho cambiato molte volte impostazioni e regole, in base alle leggi che negli anni si sono susseguite nella scuola, cercando di prendere il positivo da tutte e renderle efficaci. Intorno alle riforme della scuola ci sono sempre state polemiche e considerazioni a più voci.

Cercando di guardare ancora oltre come facevo da studentessa, mi sono documentata, ho continuato a studiare la normativa, ho tenuto fede agli articoli della Costituzione a tutela del diritto allo studio, alla libertà di insegnamento, ho cercato di migliorarmi anno dopo anno per entrare il più possibile in sintonia con i miei alunni.

Dopo anni impiegati a costruire una professione, l’ultima trovata che getta ombre e dubbi sul percorso: il docente esperto.

Con orgoglio, posso affermare di aver fatto fruttare nella mia esperienza di insegnante, i miei studi e il mio impegno e di aver messo a disposizione della scuola le competenze acquisite. Lo dimostrano gli obiettivi raggiunti dagli alunni e alunne, i rapporti collaborativi con genitori e colleghi, le esperienze maturate come formatrice di altri docenti, come tutor, come figura di sistema. Semplicemente ho reso il mio lavoro, che è il più bello del mondo, piacevole e frizzante per me e per chi con me ha vissuto la scuola ogni giorno.

Prima di continuare a proporre altre riforme, percorsi per diventare docenti esperti, mi piacerebbe che si guardasse all’Europa, ai molti sistemi scolastici che funzionano e dove per  studenti e insegnanti c’è un profondo rispetto e una  profonda considerazione (oltre che ad uno stipendio adeguato all’impegno professionale).

Prima di continuare a cambiare le leggi della scuola, mi piacerebbe che si valutasse l’ipotesi di non proporre altro, ma di sistemare quel che c’è, che con impegno e fatica dirigenti e insegnanti provano ad attuare quotidianamente per il bene comune, mettendosi in discussione e adeguandosi alle singole realtà per ottenere il meglio.

Vorrei che la scuola intesa come comunità attiva, fatta di esperienze, conoscenze, competenze, emozioni, tornasse ad essere protagonista di una storia vera, semplice e affidabile, scritta quotidianamente pensando al bene, al bello, alle potenzialità, alle possibilità, alla collaborazione vera, vissuta e non recitata con una parte che non le si addice.

Vorrei che gli insegnanti fossero registi del percorso di insegnamento apprendimento, certi dell’importanza e della bellezza del lavoro che hanno scelto, e scegliere significa faticare, impegnarsi, formarsi, non improvvisarsi! Insegnanti felici e gratificati, sanno motivare gli studenti e le studentesse con un rinnovato entusiasmo, che in questi anni a molti di noi non è mai mancato e proprio per questo le proposte innovative devono essere autentiche, spendibili, motivanti.

Agli insegnanti è affidato il compito di far emergere il bello di ogni studente e studentessa, di farli innamorare della conoscenza, di renderli consapevoli per essere uomini e donne del futuro, capaci di pensare, lavorare, creare occasioni.

Vorrei continuare a svolgere il mio lavoro per questo, per contribuire a rendere migliore la società, senza sentirmi sempre messa alla prova, pur continuando a studiare e formarmi ogni anno perché è corretto, ma senza scadenze per ricevere un buono, senza dover dimostrare, perché tutti sbagliamo, ma abbiamo poi la possibilità di fare meglio.

Quindi mi domando, cosa altro dovrei fare per essere considerata un docente esperto? La formazione in servizio è già presente nel comma 124 , art. 1 della L 107/2015 e in molti ogni anno ci ritroviamo a seguire corsi, seminari, workshop proprio per garantire alla scuola percorsi di qualità.

Ho lavorato sempre con passione, divertendomi e continuerò a farlo perché ci credo, perché mi piace, perché amo la scuola, perché è il lavoro che ho scelto e perché chi ha un’esperienza simile alla mia o migliore, possa continuare a credere che la vera differenza siamo noi!

Noi, che ci adeguiamo ad ogni proposta senza polemiche, ma con il desiderio di fare nuove attività, noi che accompagniamo, consoliamo, orientiamo, coccoliamo e qualche volta ci arrabbiamo.

Noi, che viviamo la scuola come gli spettacoli del mio maestro Agostino, con prove e tentativi,  complimenti e sorrisi,  momenti da correggere e  applausi, conoscenze e  vita vera, quella che genera le emozioni più belle che non si dimenticano mai!

E se un giorno qualcuno dovesse chiedermi a cosa è servita la scuola, come alunna e come insegnante? Risponderei che la scuola mi ha insegnato la vita.

Il cuore di Agosto

150 150 Silvia Ferrari

Ora il lavoro per molti è cessato

chi andrà sui monti, al lago,  al mare,

o a casa a godersi un riposo beato

agosto  invita a dormire e pensare.

 

Bibite fresche, frutta matura

amici e serate in compagnia,

vita da vivere come avventura

tra gioia, risate e tanta allegria.

 

Il quindici festa di mezza estate

ognuno di noi felice sarà,

pian piano il sole  e lunghe giornate

ci riporteranno alla normalità.

 

Ah che bel mese e quanta allegria

che si diffonde con un sorriso,

agosto porta una dolce magia

e la grande calma illumina il viso.

 

Ma agosto rimane a lungo nel cuore

con foto, musica e serenità,

c’è chi trova amici oppure l’amore

così tutto l’anno felice sarà.

 

La magia di Violetta

150 150 Silvia Ferrari

 

Un pomeriggio, Camilla stava camminando nel bosco con la sua amica Tina, quando all’improvviso sentì una dolce fragranza provenire da una piccola casetta tra cespugli di more. “Tina senti anche tu questo profumo?” – chiese all’amica. “Sì Camilla, lo sento, andiamo a vedere chi c’è in quella casa”.

Le due amiche giunte davanti alla porta d’ingresso, bussarono ed entrarono. Seduta al tavolo c’era una ragazza dai capelli viola, che stava preparando  una bevanda. La ragazza fece accomodare le sue ospiti e disse loro: “Che bello, finalmente qualcuno viene a trovarmi, sono sempre qui sola. Mi chiamo Violetta, e voi?”.

Camilla e Tina indietreggiarono, volevano uscire di corsa perché furono assalite dalla paura, ma Violetta le pregò di rimanere.

“Non abbiate paura di me, tutti pensano che io sia una strega ma non è così, mi piace vivere nel bosco perché amo la natura e  conosco molte erbe curative, quasi magiche. Gradite una tazza di tè?”

Camilla e Tina si sedettero con Violetta e iniziarono a bere quella bevanda luccicante, tanto gustosa e forse davvero magica.  Camilla si sentiva un po’ strana e domandò alla bella signora cosa stesse succedendo. Anche Tina era curiosa di sapere come mai si sentisse così strana, come circondata  da una luce e da un calore.

Forse davvero Violetta era una strega e aveva preparato quella bevanda per spaventare le due amiche, che si addormentarono profondamente. Entrambe, sognarono e nei sogni Tina riusciva ad affrontare senza paura i bulletti della classe che la prendevano in giro. Camilla invece parlava davanti a tutta la classe, esponeva un bellissimo lavoro di storia e tutti le facevano i complimenti.

Camilla e Tina, si ritrovarono misteriosamente a casa loro, nei loro letti, svegliate dal suono della sveglia e dalla voce della mamma. Non capivano cosa fosse accaduto, a scuola provarono a ricostruire quel  che avevano vissuto nel bosco, a casa di  Violetta. Decisero di tornare a farle visita quel pomeriggio ma non c’era nessuna traccia della casetta e neppure di Violetta.

Camilla e Tina si sentivano strane, avevano la sensazione di dover realizzare i sogni che avevano fatto dopo aver bevuto la magica bevanda di Violetta. Così fecero, era come se una forte energia le avesse avvolte e le spingesse a vincere le loro paure. Tina finalmente rispose e allontanò due suoi compagni prepotenti e Camilla chiese all’insegnante di poter presentare il suo lavoro.

Che magia! Violetta aveva regalato alle due amiche la fiducia in se stesse, la volontà di dire basta a ciò che le tratteneva e il desiderio di esprimersi al meglio.

Da quel giorno le due amiche, aiutarono altre ragazzine ad avere fiducia nelle proprie capacità, ricordando sempre le parole di Violetta: “La mia bevanda è magica, vedrete, saprà portarvi a riscoprire che la vera magia è dentro di voi!”

 

 

 

Il fiore dell’amicizia

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Ecco una semplice attività da proporre i primi giorni di scuola, al rientro dalle vacanze estive, come momento di accoglienza.☀️

Il fiore dell’amicizia

1) Ritagliare dei petali colorati e chiedere ai bambini e alle bambine di scrivere la prima parola a cui pensano se si parla di amicizia. 💝

2) Disegnare e ritagliare un grande seme e a turno completare il fiore incollando i petali. 🌸

3) Condividere emozioni e sentimenti legati alla parola scelta. Appuntare su un taccuino i propri e possibilmente quelli degli altri. 📒

4) Appendere il fiore in classe in modo che sai bene visibile e sprigioni quell’energia positiva in grado di dare valore a chi lo guarderà 🌺

L’attività può avere delle varianti e può essere usata in altri momenti dell’anno scolastico. Ad esempio il fiore può diventare della gentilezza, della creatività e altro ancora. 🌈

I bimbi che non sanno scrivere, potranno dire la parola all’insegnante che scriverà sul petalo. ✏️ 💚

 

Un saluto ai bimbi della classe prima

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Cari bambini, vi lascio un saluto

tanto affetto ho da voi ricevuto,

il vostro cammino sarà faticoso

ma il più delle volte meraviglioso.

Siete piccini ma crescerete

ed ogni anno migliorerete,

grazie per tutti i sorrisi e gli abbracci

che hanno cacciato i momentacci.

Abbiamo trascorso momenti felici

noi siam diventati subito amici,

e con le rime di questa poesia

a tutti regalo la mia fantasia.

Usatela sempre per imparare

per leggere scrivere e per contare,

donatela a tutti perché servirà

a riempire il mondo di felicità.

Buon proseguimento