Le Avventure di Eva e Tommy

Un villaggio segreto nel bosco

150 150 Silvia Ferrari

Alcuni giorni fa, io e Tommy  siamo andati con i nostri amici a fare una passeggiata. Abbiamo imboccato un sentiero che non avevamo mai visto prima; c’erano tanti alberi sempreverdi e alcuni già spogli. Abbiamo visto anche cinque castagni colmi dei gustosi frutti marroni e ai loro piedi funghi profumati.  Proseguendo nel mezzo del bosco, abbiamo sentito qualche uccellino cinguettare e abbiamo seguito il suono. Il piccolo merlo si era posato sul tetto di una casetta di legno, molto graziosa, con piccole finestre di vetro e il tetto verde.

Guardando attentamente, ci siamo accorti che pochi metri più avanti c’era un villaggio con tante casette splendide, ognuna diversa. Una di mattoni gialli con il tetto rosso e le persiane di legno, una di legno d’abete con un grande camino, un’altra viola con le finestre rosse e i fiori sul tetto. Poco distante c’era un secondo gruppo di casette: la prima era fatta di legno con una porta ricoperta di foglie, le finestre a forma di castagne e il tetto colmo di frutti autunnali. Un’altra casetta era di pan di zenzero, profumata e invitante, un’altra ancora aveva bellissime tendine azzurre alle finestre e i muri erano fatti di quercia. Accanto c’era una casetta di legno di noce, con il tetto arancione e una grande porta d’ingresso, poi un’altra simile tutta di legno con grandi finestre azzurre. In un sentiero, continuavano le casette: la prima era di legno di castagno con tante finestre blu, la seconda era fatta di legno di quercia con scintillanti tende rosa, la terza era di legno di faggio, grande e resistente, la quarta casetta era stata costruita con mattoni e legno, con una porta rossa molto scura. Infine, nell’ultimo sentiero c’era una casetta con un grande tetto di legno con i muri di mattoni marroni e un’altra celeste con il tetto violetto.
In fondo a tutte le casette, spiccava un albero altissimo sul quale era stata costruita la casetta più grande: aveva due piani, una cucina, altre otto stanze per ospitare a turno gli abitanti del villaggio e tutti i nostri amici!

Eravamo  stupiti dalla bellezza di quel posto magico che nessuno aveva mai visto prima! Ad un tratto apparve un simpatico personaggio che aveva salutato me, mio fratello Tommy  e tutti gli amici. Si chiamava Pino e iniziò a raccontare  che quel posto avrebbe dovuto rimanere segreto per tutti, ma noi avremmo potuto tornare ogni giorno. Ci  aveva poi invitati a proseguire su un sentiero speciale dedicato all’autunno, con foglie colorate che si muovevano e suonavano una dolce melodia, scoiattoli di tutti i colori e fiori gialli che danzavano in aria come farfalle. C’erano zucche enormi con occhi, naso e bocca sorridente.

Quel villaggio era davvero splendido e dopo aver osservato tutto con attenzione, ci incamminammo sul sentiero che  ci avrebbe riportati a casa. Tutti  avremmo mantenuto il segreto e ogni pomeriggio dopo la scuola con i nostri  amici ci  saremmo organizzati per tornare nel villaggio nel bosco, pronti a vivere avventure sempre nuove ed emozionanti!

Da allora abbiamo fatto proprio così e anche oggi pomeriggio andremo nel bosco a giocare e a passeggiare tra le case autunnali del villaggio segreto !

 

Carnevale, quale scherzo vale?

150 150 Silvia Ferrari

Il mese di febbraio, corto e pazzerello, spesso accoglie in alcune giornate una festa molto divertente per tutti i bambini: il Carnevale.

A scuola i preparativi non mancano, tanti disegni colorati e divertenti da appendere alle finestre, palloncini colorati realizzati con il cartoncino colorato e persino il teatrino dei burattini.

Il Carnevale, dopo il Natale è la festa preferita di Tommy. Ma stranamente, quest’anno era molto triste. Eva allora, cercava di farlo sorridere, ma arrivati a scuola, Tommy cambiava espressione, Eva cercava di capirne il motivo fino a che un giorno, osservandolo durante un intervallo si accorse che qualcosa davvero non andava.

Vicino al suo fratellino, gironzolavano due bimbetti della sua stessa classe con modi già “da grandi” e prepotenti.

Eva e le sue amiche, con la scusa di passeggiare per i corridoi della scuola si erano avvicinate: “Ciao Tommy, tutto bene fratellino?”

“Sì, sì, tutto ok Eva, a dopo”.

Ma lei, non era convinta di quella risposta e rimase con le sue amiche ad osservare un po’ nascosta cosa stesse accadendo. I due bambini, lo prendevano in giro, gli dicevano “faccia da panino” e molti altri aggettivi che suonavano come insulti offensivi e poco adatti ai bambini di una classe prima della scuola primaria.

A casa allora Eva aveva parlato con Tommy cercando di spiegargli che avrebbe dovuto riferire quanto stava accadendo alle sue insegnanti e a mamma e papà. Ma lui aveva paura, perché quel bullo a scuola, gli faceva dispetti e scherzi senza pensare a quanto fossero dannosi. Poi gli diceva di non dire niente a nessuno, altrimenti avrebbe preso calci e pugni in quantità.

Povero Tommy, rischiava di perdere il suo entusiasmo e la sua allegria proprio nel periodo di Carnevale.

Allora Eva ebbe una fantastica idea: propose alla sua professoressa di organizzare uno spettacolino con delle marionette, lei e le sue amiche avrebbero scritto il copione per i personaggi.

Intanto il problema di Tommy, sembrava passato in secondo piano. Ma il giorno dedicato alla festa di Carnevale a scuola, i personaggi del teatrino, parlavano di prepotenza, scherzi esagerati, bullismo. Tommy capì e prese coraggio, si alzò davanti a tutti e disse: “Bravo Pulcinella, allontana quel bullo. Nessuno dovrebbe essere preso in giro o picchiato. I veri deboli sono i bulli, perché non hanno capito che è meglio avere amici e giocare insieme per imparare e star bene!”.

In quel momento una delle maestre di Tommy disse:

“Purtroppo anche nella nostra classe accade qualcosa di simile, sai caro Pulcinella, ma ora credo proprio che i bulli siano stati scoperti e non proveranno più a fare i prepotenti”.

Al termine dello spettacolo, Eva e Tommy si abbracciarono, Tommy era felicissimo perché grazie all’aiuto di sua sorella Eva tutti avevano capito e lui aveva avuto il coraggio di parlare. La festa di Carnevale si trasformò in un fantastico momento di balli, canti e giochi, i bambini che avevano preso in giro Tommy erano in un angolo da soli, lui allora, con molta tenerezza si avvicinò per chiedere di giocare insieme e mangiare le frittelle.

Che momento emozionante! Tommy aveva dimostrato di essere davvero coraggioso e forte e i bulli, ormai sconfitti, avrebbero dovuto prendere esempio da lui.

Il Carnevale è la festa degli scherzi sani, fantasiosi, creativi e coinvolgenti … e anche negli altri mesi dell’anno si possono fare scherzetti, ma solo per ridere insieme e divertirsi!

 

 

 

Le avventure di Eva e Tommy … Che bello il nostro inverno!

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Dopo le fatiche di una settimana molto impegnativa finalmente è domenica. Eva e Tommy hanno dormito un pochino di più rispetto al solito e al risveglio una magnifica sorpresa li attendeva. Dalla finestra socchiusa filtrava una luce con un bagliore insolito, Eva si alzò dal letto per prima e incuriosita da quella luce spalancò le persiane: “La neve,  che magia, che paesaggio fantastico!”

Tommy sobbalzò nel suo letto dall’altra camera e chiese alla sorella: “Eva, perché urli tanto? Che cosa succede?”

Lei rispose: “Vieni a vedere, guarda che spettacolo, la neve ha coperto tutto, guarda che bello! Questo bianco ti può far immaginare tutto ciò che vuoi. Dai Tommy, facciamo colazione e poi chiediamo alla mamma di poter uscire a giocare, faremo un pupazzo e naturalmente la battaglia con le palle di neve”

Detto fatto, i due fratellini dopo colazione si vestirono con dei pantaloni impermeabili, la giacca pesante, sciarpa, cappello, guanti e stivali. Poi di corsa nella neve decisi a tuffarsi e sembrare angeli bianchi, pronti a lasciare le loro tracce sulla neve che regalava emozioni sorprendenti e coinvolgenti ogni inverno.

Tra le stagioni Eva e Tommy amavano l’inverno perché sapeva regalare qualcosa di unico e straordinario, la neve arricchiva i cuori e la mente perché i due fratelli potevano immaginare, disegnare, sperimentare insomma usare la neve per trasformarsi in altri personaggi e visitare altri luoghi.

Eva pensava di essere la principessa di un castello fatato e che tutta quella neve fosse il frutto di un incantesimo che si sarebbe spezzato solo con l’arrivo di un cavallo bianco. Ed eccolo là volare sulle ali della fantasia e arrivare fino nel giardino di Eva per consentirle di galoppare ancora più lontano in un mondo fantastico che solo lei conosceva. Tommy invece, immaginava di essere un pilota e che tutta quella neve fossero le nuvole sotto di lui, mentre volava libero nel cielo con il suo aereo per andare ad esplorare luoghi sconosciuti.

Il freddo dell’ inverno accarezzava dolcemente le guance di Eva e Tommy che sorridevano ed erano felici per quella giornata magica. Il giorno dopo giocarono anche a scuola con i loro amici,costruirono  pupazzi, giocarono a lanciarsi palle di neve, realizzarono anche disegni creativi su cartoncini colorati con cotone e materiali bianchi   per interpretare e rappresentare la neve.

Quel momento gelido e luccicante restò per alcuni giorni poi pian piano la pioggia sciolse tutta la neve  e  il ghiaccio ricopriva i rami degli alberi, i tetti delle case e le strade.

Era come se la neve dicesse a Eva e Tommy che avrebbe tardato a tornare. I due fratellini ogni mattina aprivano le persiane nella speranza di trovare il paesaggio bianco, a volte accadeva, altre volte si presentavano il ghiaccio o un timido sole che provava a farsi spazio tra le nuvole del cielo.

Eva e Tommy avevano però nel cuore il ricordo delle giornate passate a giocare con la neve, diventata ormai una soffice, candida e tenera amica dei due fratellini.

 

Le avventure di Eva e Tommy … Autunno

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Ecco ritornato dopo un anno esatto il nostro amico, il signor Autunno. Dopo essere stato nascosto per molti mesi, non a causa del Virus, ma per la turnazione delle stagioni, è tornato a trovarci. È arrivato a fine settembre, pian piano, non subito le persone si sono accorte della sua presenza, perché forse troppo impegnate a rispettare un protocollo dopo l’altro per vivere in ogni ambiente in sicurezza. Per fortuna i bambini hanno sempre quel … “di ché particolare” e riescono a pensare in modo creativo ed eccellente, fuori dalle consuete omologazioni di massa.

“Maestra, ieri ho visto le foglie colorate cadute dagli alberi, è arrivato l’Autunno” – disse Tommy a scuola. Iniziò così un confronto molto interessante con tutti i compagni e l’insegnante ascoltava e mediava gli interventi. Tommy spiegava che si era accorto del Sole, del suo lento riposare la sera e del cielo che all’ora di cena era già pronto per accogliere la notte. Poi, la sua insegnante aveva proposto di preparare un disegno che facesse risaltare i colori e le caratteristiche dell’Autunno. Tommy pensava al suo disegno come ad una grande occasione per aggiungere sapori e profumi, tipo qualche spezia, qualche pezzettino di noce o il profumo dell’arancia.

Nella classe di Eva invece, l’Autunno aveva regalato molte poesie interessanti e coinvolgenti, di poeti famosi vissuti nel passato oppure emergenti. Così si era divertita insieme ai suoi compagni a trovare figure retoriche, a capire quali tipi di rime ci fossero nelle poesie, ad illustrarle e a riscoprire emozioni e sentimenti, per far emergere quel lato profondo e sensibile che ognuno ha, ma che forse resta nascosto.

Inoltre, sia Eva che Tommy, avevano composto poesie e brevi racconti su piante e fiori autunnali, sul paesaggio che cambia e il rispetto che tutti dobbiamo avere per l’ambiente. Trattare questi argomenti così affascinanti, collegati alle poesie, è stato un modo per aprire una finestra sul mondo e vedere tutto da nuove prospettive: quelle del rispetto verso le persone, gli animali, l’ambiente, della sensibilità e della sostenibilità.

Tuti erano rimasti talmente coinvolti, che Eva e Tommy avevano deciso di organizzare sulla via in cui abitavano una “Mostra di poesie illustrate” scritte a scuola, così avrebbero potuto contagiare tutti con la bellezza e la magia di parole, colori e sapori!

Le avventure di Eva e Tommy … a scuola

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La sveglia che suona, in bagno poi colazione, vestiti puliti, zaino pronto e inizia un’altra giornata a scuola! L’entusiasmo di Eva che frequenta la classe terza della scuola secondaria di primo grado, che bello rivedere gli amici dopo tanti mesi di assenza da quell’edificio che non è solo un luogo, ma è un posto speciale in cui ogni giorno si vive davvero.

Che dire poi di Tommy, che ha iniziato quest’anno il suo percorso alla scuola primaria … prima A, una classe ben fornita di bimbi curiosi ed esuberanti desiderosi di imparare e vivere esperienze uniche.

Ogni giorno al suono della campanella, Eva e Tommy con la mascherina indossata, come da disposizioni sanitarie, raggiungono le loro aule, nello stesso edificio ma distanti. Le classi accolgono banchi a distanza, durante l’intervallo nessuno si scambia giochi o materiale. Gli insegnanti provvedono a disinfettare, spiegare, dare indicazioni su come affrontare le giornate, disinfettare …

Per l’uscita dalla classe, è necessario registrare l’ora ed eventualmente se ci si incontra con qualche alunno di altre classi o insegnanti. Nei corridoi, una vera e propria segnaletica per indicare i vari percorsi, un ciao con la mano a chi si incontra sulla corsia opposta e via.

“Ma che scuola!” – pensavano in molti e a volte, ai due fratelli sembrava di essere su un altro pianeta, gli insegnanti controllavano tutto con molta più attenzione rispetto al passato, l’autonomia dei bambini aveva preso una direzione diversa rispetto a percorsi tracciati da esperienze di gruppo, di abbracci, di condivisione. A volte qualche amico si preoccupava per qualche starnuto di troppo. “Sarà il virus?” – tutti i bambini restavano in silenzio per un attimo, ma poi ritornavano a sorridere con l’innocenza e la consapevolezza di avere a che fare con qualcosa di ancora sconosciuto, ma che con le giuste attenzioni si poteva tenere a distanza. Parola impegnativa e purtroppo o per fortuna, ricorrente, distanza …

Eva restava ad un metro dalle sue amiche, anche per chiacchierare, passeggiare, ma questo non ostacolava il suo desiderio di condividere con Anna e Luna i suoi piccoli segreti. A volte pensava persino che la mascherina li avrebbe trattenuti ancora più al sicuro e le usciva un sorriso nascosto che si leggeva negli occhi.

Tommy soffriva un pochino perché per lui era ancora più difficile giocare senza mettere le sue mani vicino ad un amico, magari per far partire le macchinine per la gara sul circuito formato dai banchi uniti o sul pavimento. Allora aveva disegnato una macchinina su un foglio, l’aveva ritagliata e aveva suggerito agli amici di fare la stessa cosa, ognuno a distanza, ma vicini con pensieri, giochi e strategie.

Distanza che fa riflettere, ma che non allontana la voglia di fare, di interagire, di creare momenti e spazi d’incontro, rispettando le norme.

Distanza che non significa non fare, ma fare in un modo diverso, forse più creativo, essenziale ma entusiasmante, con la prospettiva di creare qualcosa di nuovo, di diverso.

Così, Eva e Tommy nelle loro classi, grazie anche all’educazione ricevuta in famiglia sulle norme comportamentali, vivono ogni giorno adattandosi alla situazione e cercando spunti e creatività per rendere ogni momento una fantastica avventura scolastica.