Tanto tanto tempo fa esisteva un villaggio molto strano e triste in cui nulla era colorato.
Era il paese Nerobianco, in cui vivevano adulti e bambini interamente solo bianchi o solo neri.
Le case, le cose, le chiese non erano molto diverse l’una dall’altra e a fatica si riconoscevano. Regnava la tristezza, compagna ormai fedele di giornate lavorative cupe e solitarie. I giochi di gruppo tra bambini erano caratterizzati da monotonia ed abbandono ad una realtà che non piaceva a nessuno. Pioveva spesso ed il cielo bianco bianco si riempiva di grandi nuvoloni grigi che lasciavano cadere sulla terra nera mille e mille goccioloni che sembravano sempre più pesanti.
Tutti gli abitanti di Nerobianco speravano che prima o poi qualcosa cambiasse: spesso un anziano del posto, raccontava ai più giovani una leggenda in base alla quale a poca distanza dal villaggio, il mondo appariva diverso, più solare, più gioioso. Nessuno però aveva mai avuto il coraggio di lasciare Nerobianco, forse per paura di scoprire che davvero qualcosa era diverso.
Un giorno durante un temporale, cadde da una nuvola bianca una goccia enorme, che assomigliava ad un bambino. Guardando attentamente, alcune donne videro che si trattava proprio di un bambino.Ma non era come tutti gli altri!
Cadde proprio vicino ad un albero nero e per l’intero villaggio fu subito scalpore perché nessuno aveva mai visto nulla di simile.
“ Sarà un abitante di un altro mondo” – diceva qualcuno.
“Sarà un’ invenzione tecnologica di chi vuol farci spaventare!” – borbottava qualcun altro.
Il bambino ascoltava divertito e non diceva nulla. Ancora non riusciva a capire dove fosse e come mai tutti si stupivano tanto. Così si alzò e si guardò intorno: che posto strano! Tutte le cose erano o nere o bianche e lui non riusciva a capire come mai il suo amico Vento l’avesse catapultato in una realtà così cupa e triste. Così lo chiamò su nel cielo sperando che si trovasse lì vicino: “ Vento, puoi spiegarmi qual è il mio compito in questo posto senza colori?”.
Il Vento non si fece attendere e spiegò al piccolo che cosa avrebbe dovuto fare:
“ In questo villaggio chiamato Nerobianco, le persone non conoscono i colori e la gioia che essi possono portare se usati con dolcezza e saggezza. Non conoscono il sole, il cielo azzurro, i colori della natura. Tu dovrai aiutarli e sprigionare la tua magia su tutte le cose”.
Il Vento se ne andò e lasciò il piccolo amico sotto l’albero così nero che a fatica allungava i suoi rami al cielo.
Un po’ timoroso il bimbo si alzò e vide intorno alcune persone che lo osservavano impaurite e restavano a distanza.
Scoppiò in una risata : “Avete paura di me ? Non mordo, non voglio farvi del male, solamente portarvi un po’ di allegria e colore”.
Gli abitanti del villaggio che non ne conoscevano il significato, si sentivano minacciati da quelle parole, inoltre tutti incolpavano l’anziano e le sue storie:
“ Hai portato la maledizione con le tue strane leggende!”
Timorosi che potesse accadere qualcosa di tragico, decisero di far trascorrere la notte al nuovo arrivato ai piedi dell’albero. Diedero disposizioni che nessuno si avvicinasse e lo toccasse , almeno fino a che non avessero deciso che cosa fare. Tutti i bambini del villaggio erano però molto curiosi.
Così quando scese la notte, in silenzio e di nascosto dagli adulti, si diressero verso l’albero nero per cercare di scoprire chi fosse il nuovo arrivato.
Eccolo lì , solo solo giunto da lontano chissà per quale motivo!
Quando vide i bambini si alzò sorridendo e disse:
“ Siete venuti per me?”.
“ Sì, ma non fare rumore altrimenti ci scopriranno!”.
Iniziò a presentarsi:
“ Ciao a tutti! Io sono il bambino di mille colori e sono qui per portare allegria e per farvi conoscere il meraviglioso mondo dei colori, simbolo di gioia e vita. Guardate la mia testa è ROSA ed il collo è GIALLO.
Il mio corpo è ARANCIONE e ho due gambe come voi ma le mie sono di color VERDE. Ho anche due braccia, uno è ROSSO ed uno BLU. Le mie mani sono VIOLA e ho folti capelli color MARRONE. I miei occhi sono color AZZURRO ed il naso, la bocca e le orecchie sono ROSA.
Infine ho due piedi di color GRIGIO ! Vi piace il mio corpo colorato? Dove abito io ci sono tutte le cose colorate. I bambini si divertono a scoprire i colori, a mischiarli per farne uscire altri, a sfumarli per rendere chiare o scure le cose”. Ma tutti i bambini erano spaventati più che contenti e corsero a casa lasciando lo strano bambino di nuovo solo ai piedi dell’albero nero. Quella stessa notte, mentre dormiva, gli anziani del villaggio lo coprirono con un enorme mantello bianco per non vederlo più. Così avrebbero nascosto anche la loro curiosità.
Non si poteva negare che il bambino di mille colori ne aveva diffusa parecchia e tutti iniziarono a pensare che forse il mondo avrebbe potuto essere diverso dal solito, un po’ meno monotono, un po’ più allegro e divertente.
Il mattino seguente, tutti corsero a vedere se durante la notte il bambino era scomparso così come era arrivato.
Giunti vicino all’albero nero, videro il bambino avvolto dal mantello bianco: non si muoveva e non parlava.
Così un uomo nero sollevò il mantello bianco e….vide che il bambino di mille colori lo aveva macchiato di mille tonalità.
Lo appoggiò a terra e questa divenne marrone e verde dove c’era l’erba. Una donna bianca lo gettò in alto nel cielo che diventò azzurro con una grossa palla gialla e calda nel mezzo, che il bimbo chiamò “sole”. Come per magia, chi toccava il mantello diventava colorato e se prima erano tutti spaventati ora tutti volevano toccare i colori del mantello per dipingersi il naso, le mani le gambe e tutte le case e le cose che c’erano nel villaggio cambiarono colore: i fiori diventarono rossi, rosa, viola. Gli alberi marroni con grandi verdi foglie. Chi vendeva i vestiti, non voleva più quelli bianchi o neri…ma di mille colori mischiati tra loro. Cambiarono anche i nomi delle cose : tutti impararono a distinguere i colori e associavano facilmente il rosso al fuoco e all’amore, il verde alla speranza, il giallo all’allegria e scoprirono molti profumi: di fiori, di frutti e di cibi.
Grazie a questa magia se ne andò via anche la tristezza e tutti sorridevano felici perché avrebbero potuto finalmente vivere la vita in modo sereno, allegro e guardare la realtà con un po’ di ottimismo!
Il bambino di mille colori che era stato chiamato Colorino, abitava in una casetta di legno verde vicino all’albero che fu nero. Ogni giorno si divertiva con tutti i bambini del villaggio e quando domandavano : “Fino a quando resterai?” – rispondeva felice – “ Speriamo che il Vento abbia altro da fare!”.
Le giornate iniziavano e terminavano allegramente, tutti erano felici per aver scoperto un mondo nuovo, colorato e magico, capace di far scordare la passata monotonia.
Il cielo era sempre azzurro e solo di tanto in tanto qualche nuvola portava la pioggia, che sembrava danzare anziché infastidire. Una notte però scoppiò un violento temporale che spaventò tutti quanti per il gran rumore e Colorino fu inghiottito da un nuvolone grigio. Il suo amico Vento era tornato a prenderlo perché ora gli abitanti di quel villaggio strano e triste avevano conosciuto il mondo dei colori, tanto che il villaggio che fu ribattezzato “ Arcobaleno”.
Il mattino seguente il temporale non c’era più, ma con lui purtroppo era scomparso anche Colorino.
Che tristezza! Per qualche ora, si tornò alla monotonia di un tempo. Poi un bambino disse ad alta voce :
“ Colorino ci ha regalato vite nuove e un mondo colorato. Non possiamo rattristarci perché lui non c’è più! Pensiamo invece a tutto quello che ci ha lasciato. Guardiamoci intorno, non è meraviglioso il nostro mondo colorato? ”.
Gli abitanti di Arcobaleno notarono che Colorino aveva proprio trasformato tutto, rendendo molto più bello e reale il villaggio.
Ognuno provava grande nostalgia per l’amico di mille colori!
I bambini avrebbero voluto che crescesse con loro e gli anziani avrebbero voluto sorridere con lui ogni giorno…..
Ma Colorino avrebbe continuato a vivere con loro nei pensieri…….e nei loro cuori ormai scaldati dal rosso, il colore dell’amore.
Nella piazza vicino all’albero che fu nero, tutti i bambini costruirono una statua di un bambino di mille colori e scrissero accanto:
“ A Colorino…
grazie per averci regalato
la tua magia.
Ora anche noi conosciamo la bellezza di un mondo
colorato e ricco di emozioni!”.
Parlare della sofferenza e/o della gioia e di tutto ciò che proviamo è il primo passo per aiutare i bambini a capire la realtà del momento attraverso la lettura di un racconto. È importante allora far leggere ai bambini storie coinvolgenti, dove i protagonisti sono proprio i bambini, che parlino di diverse amicizie, diverse situazioni e di diverse persone per infondere in loro la comprensione, nobile sentimento che servirà nella vita di ognuno di noi. Grazie Silvia.