C’era una volta una casa molto bella e grande vicino ad un fiume, dove viveva una famiglia di cinque persone. C’erano la mamma Luana e il papà Stefano, tre figli maschi di nome Luigi, Matteo e Guglielmo, tre bimbi molto speciali, che non parlavano ma scrivevano tutto ciò che vedevano.
Le pareti esterne della casa erano gialle, mentre quelle interne erano ricoperte di parole.
In cucina si leggevano: aglio, olio, zucchero, carote, pizza, cuoco e pentole.
In salotto c’erano le scritte: divano, cuscino, tappeto, televisione. Nelle camere da letto, le parole invitavano a dormire: coperta, cuscini, lampada, quadro, pigiama e ciabatte.
In bagno le parole erano: acqua, lavandino, doccia, bagnoschiuma e profumo, igiene.
Nel giardino, dove c’erano i giochi dei bimbi ed i fiori profumati su aiuole a forma di cerchio, c’erano cartelli ovunque. Ogni cartello aveva una scritta diversa: divertimento, pace, allegria, rispetto, amore, giustizia, valorizzare, lealtà, sport, gioco libero, diritti dei bambini, cortesia, allegria.
Infine sul tetto c’era una frase molto bella: “Lontano dalla mia casa, venti che agitate l’animo e il cuore. Via libera al sole e alla fantasia!”.
Era stata soprannominata da tutti la casa delle parole. Un giorno passò lì vicino una bimba che non poteva parlare, era una bimba speciale. Si avvicinò e vide tutti quei cartelli colorati, ne fu attratta e iniziò a disegnare piccoli e semplici simboli per dare significato a tutto ciò che vedeva.
Poi, Luana la vide e la invitò ad entrare, per conoscere i suoi figli che non erano mai riusciti ad avere amici.
La piccola Stella appena li vide, fece un enorme sorriso e mostrò loro ciò che stava facendo con tutto ciò che vedeva : disegnava simboli per descrivere gli oggetti. Quello era il suo linguaggio per dire che le piaceva quel che vedeva, un linguaggio speciale che aveva reso la casa delle parole ancora più bella, ancora più colorata, accogliente e unica. Luigi, Matteo e Guglielmo erano felicissimi perché avevano finalmente trovato una vera amica con cui giocare. Correvano, pescavano nel fiume e sorridevano felici.
Da quel giorno, Stella fece conoscere quel posto ai suoi genitori e a tutti i bimbi che volevano giocare e scoprire un nuovo linguaggio, facile da comprendere e comodo da usare per entrare in contatto con tutti. La casa delle parole era diventata un luogo accogliente che con il passare del tempo i bimbi chiamarono “scuola” , un luogo in cui tutti, nessuno escluso, avrebbero potuto imparare, crescere, socializzare e soprattutto capire ed essere capiti, amare ed essere amati, senza paura, senza vergogna ma con la grande emozione di camminare insieme ad altri amici e scoprire la vita!
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