arcobaleno

La leggenda dell’arcobaleno

150 150 Silvia Ferrari

C’era una volta un piccolo gnomo di nome Felice che viveva nel cuore di un bosco dove nessuno era mai stato; lo gnomo viveva da solo, aveva alcuni amici che a volte andavano a trovarlo ma spesso lui dormiva. Alcuni giovani gnomi passavano da casa sua per ricevere consigli e per osservare da vicino gli esemplari più belli  che la natura potesse regalare.

Da molti anni infatti, lo gnomo si dedicava alla cura degli animaletti che vivevano nel bosco e che avevano bisogno di cure ed attenzioni. Li nutriva e li curava in caso di bisogno, insegnava loro come procurarsi il cibo, come vivere lontano dagli uomini che  avrebbero potuto ferirli. Insegnava loro soprattutto e rispettarsi, aiutarsi e volersi bene.

Un mattino al suo risveglio, trovò fuori dalla port della sua casetta dei fiorellini colorati, pensò che forse i suoi amici erano andati a trovarlo ma lui non c’era, per cui sistemò i fiori sul davanzale della finestra.

Dopo alcuni giorni, i fiori avevano ancora colori splendenti ed emanavano un profumo gradevole e delicato. Felice non voleva che si sciupassero, così li sistemò in casa sul tavolino, poi uscì a tagliare la legna.

Ma al suo ritorno, il vaso di fiori era a terra ed i colori si stavano spegnendo.

Così Felice, decise di recuperare quel profumo e quei colori e pensò: “Potrei spremere i fiori, così ne conserverò l’essenza”.

Quindi prese i fiorellini colorati di rosso e iniziò a schiacciare tutto il succo racchiudendolo poi in un bicchiere.

Poi prese il fiore giallo e fece la stessa cosa anche per i fiori arancioni, verdi, blu azzurro e violetto.

Soddisfatto del suo lavoro preziosamente custodito sul suo tavolo, si addormentò.

Ma durante la notte due gnomi dispettosi andarono vicino alla casetta di Felice, videro i bicchieri con dei liquidi colorati e decisero di fare uno scherzo.

 

 

 

Felice ogni tanto riceveva la visita di quei due tipacci, presuntuosi e bulli, che approfittavano della sua benevolenza per prendere cibo, legna, abiti, scarpe e tutto quel che a loro serviva. Lo gnomo aveva cercato tante volte di farli cambiare, provare a renderli onesti, ma i suoi tentativi si erano sempre rivelati un fallimento.

Quella notte i due bulli non avevano trovato nulla di interessante, né cibo, né altro, per cui si sdraiarono sul divanetto di Felice ed attesero l’alba, poi prima che lui si svegliasse decisero di lasciare il segno della loro visita: presero i bicchieri dal tavolo per lanciare in alto tutti i colori e si formò una grande macchia in cielo.

Gli gnomi dispettosi scapparono via ridendo a crepapelle e quando Felice si svegliò si turbò nel vedere queste macchie di colori che copriva il sole. Felice allora iniziò a piangere, questa volta era proprio disperato, gli gnomi erano riusciti a colpirlo ancora una volta. Tutti i colori ed i profumi di quei magnifici fiori erano andati perduti. Piangeva così tanto che tutte le sue lacrime finirono in un secchio vicino ai bicchieri in cui erano rimaste alcune gocce di tutti colori, inaspettatamente Felice guardò nel secchio e capì che forse … non tutto era perduto.

Il saggio gnomo sistemò i bicchieri sul tavolo come aveva fatto la sera prima e versò le sue lacrime; prima nel bicchiere con le gocce di rosso, poi a seguire arancione, giallo, verde, indaco e violetto. Fortunatamente il sole riuscì a farsi spazio in quella macchia confusa di colori ed un raggio luminoso andò a colpire i bicchieri da cui magicamente, con uno strepitoso luccichio, uscirono i colori ed in un baleno volarono in cielo formando un arco.

Il sole aveva premiato la pazienza dello gnomo Felice che chiamò quell’ incontro speciale tra il cielo e i colori “ARCOBALENO”.

Uno spettacolo davvero emozionante, un insieme di sette olori che impreziosiva il cielo e profumava l’aria.  Tutti gli animaletti del bosco erano giunti a casa di Felice ad ammirare quello spettacolo unico e meraviglioso.

 

 

 

Anche i suoi amici gnomi lo raggiunsero e chiesero a Felice come avesse fatto a creare quella magia. Tutti restarono senza parole e lo gnomo Leo disse: “Amico mio, in tanti anni non ho mai visto nulla di simile. Grazie per averci regalato questo spettacolo, è come se il cielo avesse deciso di dare al mondo una speranza, perché con la bontà, la tenacia, la collaborazione e soprattutto l’amore nasce sempre qualcosa di bello”.

Anche gli gnomi dispettosi erano arrivati a casa di Felice, si fecero strada e quando si trovarono di fronte a lui, gli chiesero scusa. Erano pentiti per essersi comportati tanto male, ma se da un dispetto Felice aveva creato qualcosa di straordinario, era per loro davvero un segno di cambiamento. Avrebbero potuto davvero essere migliori, avere valori da insegnare e dare ai giovani il buon esempio.

Dopo quel giorno così ricco di emozioni, la vita del bosco tornò alla normalità.

Felice si dedicò come sempre al suo lavoro di taglialegna e custode degli animali, con l’aiuto degli gnomi dispettosi che avevano deciso di essere persone buone. Nel tempo libero costruivano giochi per tutti i bambini del mondo.

Di tanto in tanto, dopo il temporale, Felice guardava in cielo ed appariva l’arcobaleno, un’esplosione di colori che lasciava tutto il modo ad ammirare quella meraviglia per qualche secondo.

Come tutte le magie, anche l’arcobaleno scompare in fretta, ma lascia nel cuore la pace e regala a tutti in modo silenzioso e magico ingegno, bellezza e bontà, strumenti indispensabili per rendere migliore il mondo.

 

 

LA LEGGENDA DELL’ARCOBALENO

150 150 Silvia Ferrari

C’era una volta un piccolo gnomo di nome Felice che viveva nel cuore di un bosco dove nessuno era mai stato; lo gnomo viveva da solo, aveva alcuni amici che a volte andavano a trovarlo ma spesso lui dormiva. Alcuni giovani gnomi passavano da casa sua per ricevere consigli e per osservare da vicino gli esemplari più belli  che la natura potesse regalare.

Da molti anni infatti, lo gnomo si dedicava alla cura degli animaletti che vivevano nel bosco e che avevano bisogno di cure ed attenzioni. Li nutriva e li curava in caso di bisogno, insegnava loro come procurarsi il cibo, come vivere lontano dagli uomini che  avrebbero potuto ferirli. Insegnava loro soprattutto e rispettarsi, aiutarsi e volersi bene.

Un mattino al suo risveglio, trovò fuori dalla port della sua casetta dei fiorellini colorati, pensò che forse i suoi amici erano andati a trovarlo ma lui non c’era, per cui sistemò i fiori sul davanzale della finestra.

Dopo alcuni giorni, i fiori avevano ancora colori splendenti ed emanavano un profumo gradevole e delicato. Felice non voleva che si sciupassero, così li sistemò in casa sul tavolino, poi uscì a tagliare la legna.

Ma al suo ritorno, il vaso di fiori era a terra ed i colori si stavano spegnendo.

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