Un pomeriggio d’autunno, lo scoiattolo Cesare saltellava per il bosco vicino ad un albero molto alto colmo di noci. Cercava la più bella da regalare alla marmotta Carlotta sua amica da sempre che quel giorno festeggiava il compleanno. Tra le foglie cadute vicino all’albero, Cesare notò una noce enorme e bellissima, così si avvicinò per raccoglierla, ma quando posò le sue zampine per afferrarla sentì gridare: “Ehi, piano, mi hai fatto male! Questa noce è mia, l’ho vista prima io” Lo scoiattolo Cesare, chiese scusa a quell’animaletto che si era nascosto sotto le foglie e non voleva farsi vedere. “Chi sei?” – chiese Cesare “Fatti vedere!” – continuò. Pian piano un timido serpente mostrò la testina e uscì dal mucchietto di foglie, facendo notare con arroganza la sua coda che avvolgeva la noce. “Cercavi questa?” – disse il serpente prendendosi gioco dello scoiattolo. Poi aggiunse canticchiando: “Mi chiamo Ludovico, non sono un tuo amico, mi tengo questa noce e scappo via veloce…”
Cesare restò immobile, deluso e triste per non essere riuscito a fermare il serpente Ludovico e convincerlo a donargli la noce. Pensò che quell’animale strisciante, non si era comportato bene, tra animaletti di solito ci sia aiuta, ma lui, il serpente, era compiaciuto per aver lasciato in difficoltà lo scoiattolo. Cesare allora continuò a cercare e trovò un bellissimo fiore arancione, con pochi petali che sprigionavano profumo. Decise di dividere a metà ogni petalo per rendere il fiore più grande. Corse dalla sua amica Carlotta che era felicissima per quel regalo colorato e profumato.
Nel mezzo della festa però, udirono una voce: “Aiuto, aiutatemi! Aiuto!”. Tutti gli invitati si erano spostati nella direzione di quel lamento guidati da Carlotta e Cesare, che riconobbe il serpente Ludovico. Era lui che chiedeva aiuto, era rimasto impigliato in una trappola posta dai cacciatori e la sua coda si era spezzata. Tutti gli animaletti lo aiutarono a liberarsi e Ludovico non aveva ringraziato nessuno. Si era subito allontanato ma da lontano osservava dispiaciuto per non essere rimasto con gli animali del bosco.
Ludovico non riusciva mai ad essere gentile con gli animali, apprezzava il loro aiuto anche se non riusciva a sorridere o ringraziare, ma pian piano qualcosa in lui stava cambiando, si sentiva così solo che avrebbe voluto restare sempre con Cesare e i suoi amici.
Un mattino Ludovico decise di tornare tra gli animaletti, tutti però erano impegnati a prendersi cura del bosco, degli alberi. Vide che la marmotta aveva conservato in un vaso il fiore che le aveva regalato Cesare. Così prese alcuni petali e li seminò in una parte del bosco in cui non c’erano alberi. Dopo alcune settimane, erano spuntati bellissimi fiori colorati e profumati mai visti prima, ancora più belli di quel primo fiore arancione. Il serpente chiamò gli altri animali del bosco, era molto cambiato e aveva mostrato con gioia il fantastico giardino. Come per magia tutti erano più felici e Ludovico aveva capito l’importanza di avere amici, di essere grato perché circondato da affetto e generosità.
Il serpente seminava quei fiori che vennero chiamati crisantemi e si prendeva cura del giardino che aveva creato.
I fiori diventarono sempre più colorati, con diverse forme e profumati. Presto alcune persone scoprirono il giardino di crisantemi e decisero di raccoglierne alcuni per portarli nei cimiteri per ricordare i cari scomparsi.
Da allora i crisantemi impreziosiscono i luoghi di preghiera nel periodo della commemorazione dei defunti, con colori e profumi che esaltano la loro bellezza e ricordano chi non c’è più con affetto e infinita tenerezza.