Un giorno, l’anno vecchio stanco e dolorante, stava camminando su un sentiero che l’avrebbe condotto al ponte magico dove avrebbe aspettato la notte del 31 Dicembre per ritirarsi e lasciare la sua casa al nuovo anno. Era il 29 Dicembre e a pochi giorni dalla sua fine, era pensieroso e preoccupato. Lungo il cammino, incontrò un giovane ben vestito, profumato e apparentemente molto gentile. Gli chiese: “Dove vai vecchio mio? Da dove vieni?”. L’anno vecchio rispose: “Sto passeggiando, vengo da una casa vicino alle Alpi e penso a tutto quel che ho fatto per gli uomini in questi mesi, mi chiamo Anvecco. E tu ragazzo, chi sei e come mai passeggi sulla riva di questo lago? Questi sono sentieri sconosciuti agli umani”.
“Mah … non mi dire, sei l’anno vecchio?” – e scoppiò in una risata fragorosa, tanto che il vecchio sussultò. Poi continuò: “Io sono Novano, l’anno che prenderà il tuo posto. Sono felice di incontrarti, ora ti dirò quel che penso di te, di come hai gestito le cose in questi lunghi mesi. Sei stato un disastro, guerre, malattie, tristezza, mancanza di lavoro e persone in difficoltà economiche, bambini senza famiglie, genitori senza il senso della responsabilità, furti, violenze, bullismo tra i ragazzi e molto altro caro Anvecco. Non mi basterebbe un altro anno intero per elencarti tutti i disastri …”. L’anno vecchio si sedette su una grossa pietra ed iniziò a raccontare a Novano: “Sai, figliolo, quando sono arrivato in questo mondo, ho trovato già tutto questo e non sapevo da che parte iniziare. maggiori informazioni